Da lunedì 13 a venerdì 17 dicembre, il Teatro Parioli si accenderà di risate e riflessioni con la messa in scena di “A che servono questi quattrini” di Armando Curcio, diretto magistralmente da Andrea Renzi. Un cast d’eccezione, composto da Nello Mascia, Valerio Santoro, Salvatore Caruso, Loredana Giordano, Fabrizio La Marca, e Ivano Schiavi, darà vita a un grande classico della commedia che continua a sorprendere il pubblico.
La pièce, originariamente portata in scena nel 1940 dalla celebre compagnia dei De Filippo, diventa ancora più rilevante sotto la sapiente regia di Renzi. Ambientata in un’Italia prebellica, la trama ruota attorno al Marchese Parascandolo, soprannominato il Professore, il quale, con una miscela di filosofia socratica e geniale truffa, elabora un piano paradossale che mette in ridicolo il concetto di possesso del denaro.
Il contesto storico in cui è stata concepita la commedia non fa che accrescere la sua attualità, soprattutto considerando che, solo due anni dopo la sua prima rappresentazione, nel 1942, venne adattata per il grande schermo da Esodo Pratelli, con Eduardo e Peppino De Filippo come protagonisti.
Il Marchese Parascandolo, figura a metà strada tra filosofo stoico e scaltrito truffatore, offre il suo supporto speculativo a Vincenzino, un giovane ricco solo di entusiasmo e ingenuità. La trama si snoda attraverso una serie di paradossali speculazioni che invitano il pubblico a uno sguardo disincantato e sagace sugli inganni del mondo economico, tema ancora più rilevante oggi che allora.
In un’epoca in cui il linguaggio finanziario è spesso oscurantista e le complesse dinamiche dell’economia sembrano distanti dalla vita di tutti i giorni, “A che servono questi quattrini” rappresenta un’opportunità per ridere e riflettere sul potere del denaro e sulle sue sfaccettature. Le bolle finanziarie, le truffe internazionali, i fallimenti bancari diventano, attraverso il gioco teatrale, uno spettacolo a vista che spinge a relativizzare il potere dei “quattrini”, evidenziando come questo totem contemporaneo possa essere sottoposto a una sana dose di ironia e critica.
In un’atmosfera popolare e festosa, gli attori si immergono con creatività nella trama del Marchese Parascandolo, sottolineando la bellezza e l’assurdità di una società che spesso dimentica l’essenza umana dietro le cifre e gli schemi finanziari. “A che servono questi quattrini” al Teatro Parioli si preannuncia come un’esperienza coinvolgente che non solo intratterrà il pubblico, ma lo inviterà a una profonda riflessione sulla natura dell’economia e del potere che esercita nella nostra vita quotidiana.