Gli attori Stanley Tucci e Colin Firth sono amici da 20 anni e questo è evidente vedendoli interpretare gli amanti di lunga data nel bellissimo film “Supernova” di Harry McQueen, dal 16 settembre al cinema. Sam e Tusker stanno insieme da vent’anni e sono ancora appassionatamente innamorati come il primo giorno. Come un maglione logoro sullo schermo, comodo e vissuto, il pluripremiato duo sono un esempio di quel tipo di affetto aspro che prende il posto della lussuria dell’ardore nelle relazioni lunghe e consolidate.
Il film si apre con la coppia in un camper in viaggio per l’Inghilterra. I due si trovano ad affrontare una diagnosi di demenza precoce e decide di partire insieme per un viaggio per ritrovare amici, famigliari e luoghi del passato. no. Le condizioni di Tusker (Tucci) sono evidenti tra un ricordo sbiadito e la difficoltà a indossare una maglietta. Ammette di essere “un po’ confuso” ma è una persona fieramente indipendente e la perdita di controllo è la sua peggiore paura. Ad un certo punto del film dice: “Voglio essere ricordato per quello che ero ma non per quello che sto per diventare”. Il Sam di Firth cerca di mantenere il labbro superiore rigido, rifugiandosi in bagno per ricomporsi quando le emozioni diventano travolgenti, e camuffando le sue lacrime aprendo i rubinetti.
Con il progredire del loro viaggio insieme, le idee di ciascuno circa il loro futuro comune iniziano a entrare in rotta di collisione. Dei segreti vengono svelati, dei progetti personali vengono alla luce e il loro reciproco amore viene messo alla prova come mai fino a quel momento. In ultima analisi, sono chiamati ad affrontare la questione fondamentale di cosa voglia dire amarsi di fronte alla irreparabile malattia di Tusker.
Il titolo prende spunto dal particolare che entrambi gli uomini sono astronomi dilettanti ed è un riferimento al nulla che ci attende quando si avvicina la fine del nostro tempo ma soprattutto al vuoto che ora attanaglia l’esistenza di Tusker. È una piccola storia di due uomini che in qualche modo coinvolge tutti noi come polvere di stelle.
Ci sono dialoghi che si imprimono nella mente: “Non dovresti piangere qualcuno quando è ancora vivo”, dice Tusker a Sam che tira in ballo le leggi del cosmo per tentare di dare un senso alla scomparsa di un mondo che lo ha reso felice.
Le persone che soffrono di demenza sono già state filmate in passato – pensate a Glenda Jackson in “Elizabeth Is Missing”, Julie Christie in “Away From Her” e Julianne Moore in “Still Alice” – ma questo film ha il pregio di essere m potente, incoraggiante, stimolante, provocatorio e attuale su quello che ciascuno di noi è disposto a fare per la persona che ama.