Il flamenco – l’esuberante forma di danza originaria dell’Andalusia nel sud della Spagna – da qualche tempo sta guadagnando consensi anche in Italia.
Secondo il 47enne danzatore e coreografo di Siviglia, Israel Galvan “molti italiani amano la cultura del flamenco e cercano di coglierne l’essenza nelle loro vite”. Galvan ha trascorso gran parte della sua carriera traendo ispirazione da diverse fonti e per lo stesso flamenco attinge da una fusione di culture, come le antiche comunità rom, musulmane, ebraiche e cristiane del sud della Spagna. Il coreografo ha iniziato a ballare prima di imparare a camminare grazie ai suoi genitori, Jose Galvan ed Eugenia de los Reyes, entrambi famosi ballerini di flamenco. La chiave del successo di Galvan è la sua naturale predisposizione per la sperimentazione artistica. Si è imposto in pochi anni sulla scena del “flamenco d’avanguardia” per la sua capacità di far incontrare nei suoi movimenti di danza stili e idee rivoluzionari.
La svolta arriva nel 2000, anno in cui ha creato un pezzo di flamenco basato sul romanzo di Franz Kafka “Metamorphosis”, seguito nel 2004 da “Arena” sul tema della corrida e nel 2007 dal minimalista “Solo”. Quello che rende la performance di Galvan un pezzo unico di danza è la velocità mozzafiato delle gambe accompagnate da una fisicità quasi magica fatta di silenzi evocativi interrotti dai ritmi che crea battendo le braccia, le gambe, lo stomaco o qualsiasi altra parte del corpo.
Ora Galvan torna ad infuocare il Romaeuropa Festival con la sua reinterpretazione contemporanea del flamenco. Realizzato insieme al musicista Niño de Elche, Mellizo doble è un’esplosione surrealista di tutti i modelli tradizionali legati a questa pratica: un incontro tra l’energia del corpo e quella della voce e del canto, articolata in uno spazio privo di orpelli, scene e costumi ma invaso da un’eredità culturale ingombrante quanto incendiaria e dal desiderio di trasportarla nel presente.arriva il 18 settembre a Roma all’Auditorium Parco della Musica per condividere il suo amore per questa potente forma d’arte.