Monica (Angela Curri) e Mattia (Nicolas Orzella), due diciottenni innamorati e pieni di sogni. Un tragico evento, oltre a spezzare la vita del fratello di Monica, rompe irreparabilmente l’equilibrio delle loro giovani esistenze. Mattia decide di allontanarsi quindi dalla cittadina sul mare dove vivono, mentre Monica sceglie di rimanere, per dare una mano nel ristorante di suo padre Nunzio, un malvivente di provincia, rimasto ormai solo. Tutto, o quasi, sembra essere tornato alla normalità. Ma il nuovo fragile equilibrio appena instaurato nelle loro vite sarà ben presto nuovamente sconvolto.
E’ la trama di Di notte, Sul mare, una storia breve, un film da 33 minuti, un’opera prima, disponibile in esclusiva su RaiPlay dal 29 aprile.“Il film breve di Francesca Schirru fa parte del progetto di Altre Storie ‘i baby del cinema’ nato per sostenere giovani registe e registi nella realizzazione dei loro primi film brevi, – dice il produttore Cesare Fragnelli – lavori pianificati e prodotti come i lungometraggi, strategici sia per selezionare, sia per valorizzare nuovi talenti italiani.
Interamente girato a Torre Santa Sabina, in Puglia, il film indaga le relazioni umane di chi vive una quotidianità fatta di criminalità. “Il film nasce da un desiderio di raccontare il coraggio di reagire ad un mondo violento che si regge su rivatti e intimidazioni – spiega la regista, romana di origine sarde, classe 1990. “E’ la storia di una donna che sceglie di reagire contro le imposizioni e le ingiustizie con forza e tenacia ma soprattutto con l’amore. Una battaglia che è quella di tantissime altre donne nel mondo che devono combattere per la propria autodeterminazione.
Sarà proprio l’amore di Monica per Mattia e per un padre che lei non ha mai giudicato, a generare un cambiamento nelle vite di tutti, persino in quella di chi aveva fatto della rassegnazione, dell’odio e della violenza la
propria unica religione. Di notte, sul mare, il mare di quei piccoli centri urbani il cui profumo sposa i colori di una terra piena di vita, diventa così uno spunto di riflessione sull’evoluzione di quel percorso ancora incompiuto di pari opportunità e diritti tra i due sessi. “Una situazione che si estende anche all’industria cinematografica, settore tradizionalmente a predominanza maschile, con il rischio di perdere quel patrimonio di competenze, di immagini, sensibilità e punti di vista che l’hanno arricchita negli ultimi anni e di cui non può più e non deve fare a meno”, conclude Schirru.