Quando nel luglio del 2016 Stranger Things è comparsa per la prima volta su Netflix, pochi avrebbero scommesso che, quasi dieci anni dopo, la serie sarebbe diventata un fenomeno mondiale capace di riempire piazze intere. Eppure, a Lucca, il 31 ottobre 2025, più di novemila persone hanno atteso per ore in Piazza San Michele pur di salutare Matt e Ross Duffer e i protagonisti della serie. È stata la prima tappa del tour globale dedicato alla stagione finale: un evento più da rockstar che da televisione.
L’atmosfera era quella delle grandi occasioni. Dopo la conferenza stampa al Teatro del Giglio, i Duffer e gli attori Finn Wolfhard, Gaten Matarazzo, Caleb McLaughlin e Noah Schnapp si sono affacciati davanti al padiglione Netflix, trasformato per l’occasione in una gigantesca installazione ispirata a Vecna. Lì, tra urla e smartphone sollevati, un chitarrista vestito da membro dell’Hellfire Club ha intonato Master of Puppets dei Metallica, come nella celebre scena della quarta stagione. Un momento perfetto, a metà tra nostalgia e celebrazione.
La serie, che nel frattempo è diventata una sorta di linguaggio condiviso tra generazioni, si prepara così al capitolo conclusivo. Stranger Things 5 uscirà su Netflix in tre volumi: il primo il 27 novembre (episodi 1-4), il secondo il 26 dicembre (episodi 5-7) e il finale il 1º gennaio 2026, tutti disponibili alle due del mattino. Una chiusura che i fan aspettano da più di due anni.

La storia riprende nell’autunno del 1987. Hawkins è ancora ferita dall’apertura dei portali, Vecna è scomparso e Undici è di nuovo in fuga, costretta a nascondersi dopo che il governo ha messo la città in quarantena militare. Tutto fa pensare che la battaglia finale sia vicina, e questa volta nessuno potrà tirarsi indietro.
La serie, come sempre, intreccia orrore, fantascienza e amicizia in una miscela che è ormai marchio di fabbrica dei fratelli Duffer. Dietro le quinte ritroviamo anche Shawn Levy, produttore esecutivo e regista di alcuni episodi chiave, mentre il cast rimane quasi al completo: da Winona Ryder a David Harbour, da Millie Bobby Brown a Joe Keery, fino a Jamie Campbell Bower nel ruolo di Vecna.
Negli anni Stranger Things è riuscita a trasformare la nostalgia in un linguaggio universale. Non solo citazioni, ma veri e propri frammenti culturali che hanno ridato vita agli anni Ottanta: le biciclette dei ragazzini, le luci natalizie di Joyce, la colonna sonora elettronica e persino la riscoperta di Running Up That Hill di Kate Bush, tornata nelle classifiche mondiali dopo quasi quarant’anni.
La serie ha vinto oltre settanta premi, tra cui Emmy e Screen Actors Guild Award, e ha accumulato milioni di visualizzazioni in tutto il mondo. Ma il suo impatto è andato oltre lo schermo: ha generato un musical a Broadway (The First Shadow), una serie animata in arrivo, libri, eventi esperienziali e collaborazioni con brand di ogni tipo. Non a caso, il 6 novembre — data della scomparsa di Will Byers nel primo episodio — è diventato lo Stranger Things Day, una sorta di festa globale dei fan.

L’evento toscano è stato qualcosa di più di una semplice presentazione: è sembrato un ritorno alle origini. Stranger Things è sempre stata una storia di gruppo, di amicizie nate nei momenti più bui, e l’incontro con i fan a Lucca ha restituito proprio quella sensazione di comunità. In un’epoca in cui molte serie finiscono nel silenzio delle piattaforme, l’addio di Hawkins avviene invece in piazza, tra la gente, in mezzo ai cosplay e alle urla di chi è cresciuto insieme a Undici e ai suoi amici.
L’impressione, guardando quella folla, è che Stranger Things abbia fatto qualcosa di raro: ha saputo mescolare memoria e presente, fantascienza e infanzia, e raccontare una generazione che non smette di cercare il proprio passaggio segreto verso l’ignoto.
E anche se l’ultima porta dell’Upside Down sta per chiudersi, a Lucca è stato chiaro che il viaggio continuerà ancora a lungo — almeno nei cuori di chi c’era.

















