Ogni anno, le nostre disastrose abitudini di consumo anticipano lo Earth Overshoot Day. Le soluzioni per invertire la tendenza sono alla nostra portata, ma ancora non alla portata delle nostre coscienze.
Il Global Footprint Network, l’organizzazione di ricerca internazionale che a partire dal 1970 ha indicato un metodo di misura dell’Ecological Footprint per il calcolo del consumo di risorse, ricorda che, per il 2018, il 1 agosto sarà il giorno in cui l’umanità avrà consumato tutte le risorse naturali che il nostro pianeta è in grado di generare in un anno ed esaurito la capacità di assorbimento delle emissioni di anidride carbonica.
Detto in altri termini, dal 2 agosto in poi, tutto il surplus delle emissioni di CO2 è contributo netto alla ‘devastazione’ del nostro pianeta.
Le cifre sono conosciute: l’umanità usa la natura ad un ritmo che è 1,7 volte superiore alla capacità di rigenerazione degli ecosistemi. Viviamo su di un pianeta come se questo fosse 0,7 volte più grande e capace di sostenerci.
I costi di questa insana corsa alla distruzione del pianeta sono accumulo di CO2 nell’atmosfera, deforestazione, siccità, scarsità di acqua dolce, erosione del suolo, perdita della biodiversità, inquinamento degli oceani, cambiamento climatico, flussi migratori intracontinentali ed extracontinentali; con buona pace di chi nega una diretta correlazione tra iperconsumo delle risorse (comprese le grigliate da colesterolomani da borgata e l’overdose culinaria sparata a media unificati) e climate change; tra sovrasfruttamento delle risorse, climate change e flussi migratori come fenomeno sistemico ed inarrestabile, a meno che non si mutino le politiche di consumo e di gestione delle risorse a livello globale.
Basta guardare l’infografica del Global Footprint Network del 2017 per comprendere di cosa si stia parlando senza dover tacciare scienziati e studiosi di allarmismo, soprattutto se si è laureati all’università della strada e della vita, noto luogo di cultura dove si formano la maggior parte delle contemporanee eccellenze italiane.
Su 14 paesi rappresentati, sei sono europei; tra questi spicca al decimo posto, il belpaese, l’Italia.
In altri termini, in Italia si consumano 2,6 pianeti Terra: proprio nel paese in cui il leitmotiv per giustificare fancazzismo, corruzione, razzismo, fascismo è che l’‘odio’ per il ‘negro straniero o lo zingaro nomade’ è tale solo per ‘amore patriottico’ dei 5 milioni di italiani che vivono in condizioni di povertà, su di una popolazione di 60,5 milioni di residenti, con un’incidenza della popolazione straniera dell’8,4%, pari più o meno a 5,6 milioni di individui. Per semplificare ancora di più il calcolo, giusto a misura dei laureati della vita e della strada, diremo che esclusi quei 5 milioni di italiani poveri, gli altri circa 49 milioni di italiani, più quei 5,6 milioni di stranieri tollerati sul suolo patrio, consumano da soli 2,6 pianeti Terra. E la chiamano crisi ovvero quella tenace ed ottusa percezione della povertà e della crisi, indistinta dal timore di non poter continuare a consumare quanto in effetti si stia continuando a fare, con una qualità della vita che comunque garantisce ai più solo uno sversamento di bile costante.
La tendenza potrebbe essere invertita, in Italia e nel mondo, se l’Overshoot Day venisse sposato di 4-5 giorni ogni anno, raggiungendo così nel 2050 un consumo sostenibile di risorse pari a quelle dell’unico pianeta terra che abitiamo. L’unico obiettivo prioritario per chi abbia a cuore le sorti del proprio giardino di casa, della terra patria, del proprio clan dovrebbe essere il #movethedate: sposta la data verso la sostenibilità.
Una riduzione degli sprechi alimentari del 50%, in tutto il mondo, potrebbe posticipare l’Overshoot Day di 11 giorni; ridurre del 50% la componente dell’Impronta Ecologica globale dovuta all’assorbimento di anidride carbonica, sposterebbe la data del Sovrasfruttamento delle risorse di 89 giorni. Ciascuno di noi può contribuire, ben al di là del votare i cialtroni di turno. Il Global Footprint Network, insieme ad altri 30 partner mondiali, incoraggia le singole persone a contribuire al progetto #movethedate, modificando il proprio stile di vita per abbassare la propria Impronta Ecologica. Lo ha fatto mettendo a disposizione dei singoli un nuovo strumento di calcolo dell’Impronta Ecologica individuale, l’Ecological Footprint calculator (http://www.footprintcalculator.org/), grazie al quale con pochi click, in base al proprio stile di vita, si prende coscienza del proprio Giorno del Sovrasfruttamento personale.
Questa sera, molti di noi respireranno con il naso per aria e staranno a guardare lo spettacolo dell’eclissi di Luna piena più lunga del secolo. Osserveremo la Luna colorata di rosso scuro perché i raggi solari saranno rifratti dall’atmosfera del nostro pianeta. È dunque l’abitare la Terra che ci fa indirettamente un dono. È lo stare con i piedi per Terra, letteralmente, che ci permette di essere spettatori: godere della bellezza e praticare la gentilezza ha più a che fare con il camminare la Terra che con lo sversare bile su di un social network. #movethedate