Nell’intervista a Enrico Maria Artale, il regista di El Paraiso, al cinema dal 6 giugno con Wonder Pictures, ha condiviso la sua visione sull’arte cinematografica e sul processo creativo che lo ha portato a realizzare un film tanto intimo quanto potente.
“È qualcosa che trovo, diciamo, affascinante,” ha commentato Artale a proposito della sua fascinazione per le realtà marginali e psicologicamente provocatorie. “Mi sorprende. È qualcosa che ha un effetto su di me,” ha aggiunto.
Nato in collaborazione con Edoardo Pesce, che presta anche il volto al protagonista, la storia racconta del rapporto tra Julio Cesar, un uomo quasi quarantenne, e sua madre interpretata da Margarita Rosa De Francisco, star delle telenovelas colombiane. Vivono insieme in una dimora improvvisata, sull’argine del fiume nei sobborghi di Fiumicino.
Julio è intrappolato in una relazione morbosa con la madre, dalla quale non riesce a separarsi. E’ coinvolto con lei in un intricato traffico internazionale di droga, gestendo i muli, i corrieri che attraversano i confini nascondendo cocaina nei loro corpi.
Artale ci conduce in un mondo claustrofobico e oscuro. Le dinamiche disfunzionali tra madre e figlio si inseriscono in un filone narrativo che trova il suo apice nel film Psycho di Alfred Hitchcock e che risuona profondamente con l’esperienza personale del regista. “Il rapporto con mia madre, così complesso, profondo, conflittuale, è un mix tra il mio alter ego e il suo,” , confessa Artale. Il film si inserisce in un percorso autobiografico e artistico molto personale, iniziato con il suo primo documentario, Saro, che racconta del suo primo incontro con il padre, avvenuto quando aveva venticinque anni.
Artale spiega: “Il mio obiettivo, sia creativo che psicoterapeutico, era conoscere un padre assente. Tuttavia, durante il processo di rielaborazione degli eventi, mi sono reso conto che stavo approfondendo la comprensione della mia relazione con mia madre, più di quanto avessi mai fatto prima.
El paraiso, presentato all’80° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti dove ha vinto il premio per la sceneggiatura e l’attrice protagonista, non è solo una riflessione solitaria sull’io; è anche un dialogo costante con il mondo esterno e con coloro che condividono la stessa passione artistica. In questo caso, l’artista ha sottolineato il ruolo cruciale con Edoardo, e della loro lunga e fruttuosa collaborazione. “Abbiamo sempre condiviso questo interesse per i margini,” afferma il regista.
Quando arriva Ines, una corriera della droga, gli equilibri sembrano incrinarsi e Julio comincia a compiere timidi passi per svincolarsi dai tentatoli di una madre che vede nella donna una minaccia al rapporto esclusivo con il figlio.
La musica di Nicolas Jaar è un narratore silente. I balli latinoamericani che si muovono su testi malinconici si fondono con le immagini e i dialoghi, diventando quasi una sorta di “racconto” parallelo che si intreccia con la trama principale.
Il regista Enrico Maria Artale e i protagonisti Edoardo Pesce e Margarita Rosa De Francisco, faranno tappa a ROMA con il tour di presentazione del film. Si parte venerdì 7 giugno alle 21.00 saranno al Cinema Troisi per salutare il pubblico e incontrarlo al termine della proiezione per un dibattito sul film. Si prosegue sabato 8 alle 21.00 al Cinema Barberini per arrivare poi al Nuovo Aquila per un Q&A al termine della proiezione delle 21.00.
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