Milo Rau, 46 anni, è noto per portare in scena spettacoli incentrati su storie di violenza intima e sociale. Ha trascorso un periodo a Mosca per inscenare il processo contro la band punk di protesta Pussy Riot, ha reclutato jihadisti dello Stato Islamico come attori e bambini per raccontare la storia del famigerato pedofilo belga Marc Dutroux.
Al Teatro Argentina Milo Rau reinterpreta in chiave moderna della tragedia di Antigone
Ora l’acclamato regista è arrivato il 3 e 4 ottobre, al Teatro Argentina di Roma, nell’ambito di Romaeuropa Festival 2023, per ricreare un massacro del 1996 in Brasile, costata la vita a 19 persone.
Lo spettacolo inizia con questi versi: “Molto è mostruoso / Niente però è / Più mostruoso dell’uomo. » Il poeta dell’antica Grecia Sofocle non avrebbe potuto immaginare che la sua tragedia sarebbe rimasta d’attualità circa 2.400 anni dopo la prima rappresentazione dell’opera.
Quattro attori in scena, due brasiliani e due belgi, cantano questo mantra del V secolo aC come premessa a tutti gli orrori umani che lo spettacolo metterà in scena. Perché se siamo testimoni del famoso “no” di Antigone e delle conseguenze della sua ribellione, partecipiamo anche noi, come un coro silenzioso ma in ascolto, alla ricostruzione della strage del 17 aprile 1996 durante la quale ventuno manifestanti del Movimento Senza Terra (MST) sono stati uccisi dalla polizia sulla strada per Belém.
Protagonisti sul palco i sopravvissuti al massacro in Brasile
Il legame tra tragedia antica e realtà contemporanea è al centro della scena. Gli attivisti danno voce e senso all’antico coro, Polinice diventa la figura dell’attivista assassinato sulla strada senza sepoltura e che ancora oggi lascia senza riposo i suoi compagni. Antigone portata sullo schermo solo da Kay Sara (il cui nome significa “colei che si prende cura degli altri”) interpreta il suo ruolo di sacrificio volontario, già simbolo prima di morire.
I sopravvissuti al massacro sono in prima linea nel film che ricostruisce l’accaduto. Le cui immagini proiettate in scena si mescolano alla performance di attori professionisti e non professionisti, tra cui membri del MST – Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra.
Il lavoro con lo schermo è sottile e talvolta prende la forma di un tuffo nell’Amazzonia con le donne e gli uomini che hanno partecipato a questo progetto dal loro villaggio sperduto nella giungla, a volte come un doppio che soffre sempre di un leggero spostamento.
La stessa scena rappresentata sullo schermo in Brasile e davanti a noi sul set, come a riaffermare la potenza emotiva del teatro, più penetrante di qualsiasi immagine filmata.
Antigone in Amazzonia, spettacolo con il quale il Milo Rau, appena nominato direttore del Wiener Festwochen, chiude, dopo Orestes in Mosul e Il Nuovo Vangelo la sua Trilogia degli antichi Miti, offre alla tragedia un sesto atto: ricostruendo il massacro del Brasile e il gesto di Antigone, vuole agire sulle nostre coscienze e renderci spettatori attenti.