L’arena cinematografica, tra le rovine della Città Eterna, darà inizio ai film sempre alle 21, con accesso dalle 20.30 (la prenotazione decade alle 20.50).
Quo Vadis?, Il cinema al Tempio di Venere e Roma
Stasera in programma C’était un rendez-vous – Claude Lelouch, 1976 e Cléo dalle 5 alle 7 (Cléo de 5 à 7) di Agnès Varda, 1962, sabato 15 luglio Vivere e morire a Los Angeles (To Live and Die in L.A.) di William Friedkin del 1985 e domani 16 luglio grande attesa per Blow-up di Michelangelo Antonioni girato nel 1966. Titoli che vogliono celebrare il Tempio di Venere, un luogo del sogno e dell’incubo, della frenesia e della noia, del successo e dell’anonimato, della socialità e dell’alienazione.
Un autentico giro del mondo tra film e città
Un tour che nelle recenti settimane ha toccato nove decenni (dal 1921 di Manhatta di Paul Strand e Charles Sheeler, primo film d’avanguardia del cinema americano, alla Tokyo di Lost in Translation di Sofia Coppola, datata 2003) e quattro continenti. Due le tappe italiane: la Roma visionaria e divagante di Federico Fellini, a cui non potevamo che affidare l’apertura, e la Napoli sfregiata dall’abusivismo di Le mani sulla città di Francesco Rosi. Le capitali obbligate del cinema ci sono (quasi) tutte: Parigi (prima del classico Cléo dalle 5 alle 7 di Agnés Varda lo spericolato piano sequenza di C’était un rendez-vous, un Claude Lelouch in purezza),
New York (al già citato Manhatta si affianca la dichiarazione d’amore di Woody Allen per la sua Manhattan), L.A. (Vivere e morire a Los Angeles di William Friedkin, a ricordarci che senza la città non ci sarebbe il poliziesco, né il noir), Londra (colta in piena “swinging era” dal Michelangelo Antonioni in trasferta di Blow-Up), Berlino (con il Muro che irrompe sul set di Uno, due, tre!, ma neppure la Storia riesce a sabotare una commedia di Billy Wilder). L’appuntamento col muto è affidato alla proiezione (con accompagnamento al pianoforte dal vivo) di Aurora di F.W. Murnau, la sfida senza tempo tra le tentazioni della metropoli e il valore catartico della natura. Tre scommesse a cui teniamo molto: Taipei Story di Edward Yang, un capolavoro del cinema taiwanese restaurato dal The Film Foundation’s World Cinema Project di Martin Scorsese, l’avventurosa Istanbul di Topkapi di Jules Dassin, divertissement dal cast stellare tutto da riscoprire in versione originale, e l’omaggio a due grandi cineasti africani, tra Dakar (Borom Sarret, nel centenario della nascita del senegalese Ousmane Sembène) e Il Cairo (Central Station, dell’egiziano Yusuf Shahin). Infine, con Mariupolis, il ricordo di Mantas Kvedaravičius, il filmmaker ucciso nel 2022 a Mariupol, una delle città martiri della guerra in Ucraina.
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti