Sulle loro magliette è scritto “Liberi di vivere Liberi” e sono bellissimi, vorresti abbracciarli appena li vedi.
Massimo e Lucia hanno capito quasi un anno fa che la loro libertà non poteva pregiudicare quella altrui e cosi, armati di un coraggio enorme e di un cuore ancora più immenso hanno deciso che non volevano più essere parte dello sfruttamento animale. Partiti per fare i piccoli produttori di formaggio oggi si ritrovano invece genitori di quasi 70 capre salvate da sofferenze e macello, una mucca, un maialino, varie galline e gatti in libertà ovunque nel loro terreno. Fra poco saranno anche genitori umani del loro bambino/a che nasce a gennaio e sarà cresciuto nella libertà, nel rispetto, vegano.
Massimo e Lucia abitano in un posto di grande pace e silenzio, verde e leggero, sulle colline sopra Pordenone, a Sarone. Sperduto quel tanto che basta per farti capire che ogni santuario è un paradiso e che gli animali si meritano questo e altro.
Una delle cose più belle che mi ha detto Massimo fuori onda dall’intervista che ascolterete qui sotto è che “mentre lavoravo qui, facendo i formaggi, percepivo questa assurda distanza tra NOI e LORO e mentre continuavo imperterrito mi rendevo conto che questa distanza è artefatta, irreale, imposta da tutto il sistema. Era ora di dire basta e ritrovare quel filo spezzato e interrotto, siamo felici di questa scelta anche se costa grande fatica. Non esiste nessun allevamento che sia etico e nessuno sfruttamento che sia senza sofferenza e questo per noi ha rappresentato un punto di consapevolezza di non ritorno”.
Spesso ci si chiede infatti come potranno sopravvivere questi santuari che non hanno statuti speciali o altro. Con gli Open Day dove si raccolgono offerte e sostegno, si acquistano felpe e magliette, attraverso libere donazioni o lavorando la Madre Terra. Massimo e Lucia prevedono infatti di dare vita ad un orto biologico e di vendere tutte le attrezzature che facevano parte del caseificio.
Per andarli a trovare o fare donazioni basta contattarli sulla loro pagina Facebook, ma la cosa migliore è certamente salire sulla collina dove abitano e toccare con mano le testoline delle caprettine, di Albus il maschione, di Sheila la mucca e poi toccarsi il cuore e connettersi ad un livello di empatia più grande.
Un po’ alla volta ce la faremo.
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