Lupin è tornato. Quarant’anni dopo l’uscita de “Il castello di Cagliostro”, nelle sale dal 27 febbraio arriva Lupin III – The First, diretto da Takashi Yamazaki, (Doraemon 2014) ed è chiaro fin dalle prime immagini che il regista non ha intenzione di reinventare la serie. Il nuovo film di animazione in grafica 3D non ha infatti l’aria del reboot ma di una rispolverata alla saga del famoso ladro gentiluomo. Lupin e la sua banda sono apparsi in diverse forme da quando hanno fatto il loro debutto nei manga nel 1967, grazie alla fervida immaginazione di Monkey Punch che si è ispirato al personaggio letterario ideato da Maurice Lebalnc.
In questa nuova avventura Lupin III e i suoi fidati complici Gijen e Goemon, insieme con la doppiogiochista Fujiko e l’onnipresente Ispettore Zanigata, sono alla ricerca del diario di Bresson, custode di una mappa che conduce ad un grande tesoro. Riusciranno anche questa volta nell’impresa? Niente di innovativo, insomma, eppure il film riesce a mantenere alta l’attenzione grazie alle atmosfere senza tempo e a tutti quegli elementi che sono il cavalli di battaglia della serie: i travestimenti, gli inseguimenti senza successo di Zenigata, il doppio gioco di Fujiko, un mistero da risolvere, un nuovo temibile nemico da sconfiggere e l’immancabile nuova alleata.
La scena di Lupin e Laetitia che combattono su un tetto parigino è semplicemente deliziosa che vorresti andasse avanti per tutto il resto del film. Idem la scena in cui Lupin abbandona l’aereo in paracadute ci riporta alle scene adrenaliniche del cult degli anni 90 di Kathryn Bigelow, “Point Break”.
Il film è intriso di un bagliore nostalgico caldo come la luce della sera che illumina molte scene. Il regista si tiene alla larga dalle complicazioni della vita moderna, i personaggi, dagli storici a quelli originali, sono ben assortiti per un film che si presenta con una veste nuova ma che in fondo vuole riportare sul grande schermo lo stile e le atmosfere del manga originale di Monkey Punch. Per la gioia dei vecchi e dei nuovi fans.