E’ una dichiarazione d’amore, quella di Werner Herzog verso Michail Sergeevic Gorbaciov nel film biografico “Meeting Gorbachev” presentato alla 12a Edizione del Biografilm Festival di Bologna. “Gorbaciov ha avuto risultati monumentali – ha detto il regista – . Oggi non esiste alcun politico della sua statura”. Il film, per cui Herzog è stato premiato ieri sera dal direttore del Festival, Andrea Romeo, verrà proiettato in piazza Maggiore il 13 per mille persone, ben prima della sua uscita il prossimo autunno. E’ un affresco di un’epoca in cui tutti imparammo le parole glasnost e perstroika, con spezzoni storici, dall’incontro di Reykjavik con Reagan sul nucleare alla caduta del Muro di Berlino alle dimissioni dell’allora presidente dell’Unione Sovietica, che racconta ora dalla sua voce diretta. Un secondo film di Herzog, “Family Romance LLC”, intrigante storia giapponese tra reale e virtuale, sempre presentato al festival, uscirà successivamente.
“Meeting Gorbachev” dichiara subito il suo punto di vista. Un ritratto tedesco e quindi europeo, realizzato da Herzog per il trentennale della caduta del Muro di Berlino, insieme al documentarista britannico André Singer, e commissionato dall’emittente televisiva tedesca MDR. Inoltre, il regista è in scena, come coprotagonista.
Herzog avvia il discorso scusandosi, partendo da un immanente senso di colpa tedesco, 25 milioni di russi morti, molti soldati prigionieri mai più ritrovati: “Sono tedesco. Probabilmente il primo tedesco che lei ha incontrato la voleva uccidere?”. Si guardano negli occhi come due amici fraterni costretti alla lontananza: il tedesco e il russo, uno bambino e uno adolescente durante Seconda Guerra Mondiale entrambi con padri in guerra ma su fronti opposti, poi cresciuti con la speranza della pace e dei diritti, ora seduti uno di fronte all’altro il regista, intellettuale e poeta internazionale e l’ultimo leader della politica mondiale che mise fine alla Guerra Fredda. Gorbaciov risponde: “No, no. Da bambino ho conosciuto con mio nonno un nostro vicino, faceva dolci alla cannella buonissimi che vendeva in un negozio. Imparai che era un tedesco e pensai che solo della brava gente poteva fare dei dolci così meravigliosi”. Basta poco per capire perché Gorbaciov ha cambiato la storia.
Gorbaciov è vecchio, appesantito, ammalato, vive in solitudine, ma nello sguardo, mentre dialoga con il regista, c’è una intensa luce. “Ha una profonda umanità, il massimo grado di umanità che un russo può avere” ha detto ieri Herzog in conferenza stampa. “Abbiamo avuto tre incontri di un’ora ciascuna, lui arrivava accompagnato da un’ambulanza che poi lo riportava in ospedale” ha raccontato il regista. Tra l’altro è proprio di questi giorni la notizia non chiarita di un ricovero in ospedale di Gorbaciov, poi integrata dall’informazione che lui fosse già in ospedale per accertamenti.
“Ero preoccupato di stancarlo e di provocargli dolore – continua Herzog -. Ogni volta passati i 40 minuti gli chiedevo Michail Sergeevic possiamo continuare? E lui rispondeva con entusiasmo di sì. Una volta abbiamo passato l’ora, “con te l’ora non è passata”, mi ha detto, ma poi mi sono reso conto della sua stanchezza e ho concluso. Avrei voluto dargli metà della mia buona salute ed energia”.
Durante la conversazione Herzog pare voler scaldare il leader per l’affetto che ora gli manca, “We love you, I love you” gli dice, e spiega: “La riunificazione della Germania è stata importante per noi, ma particolarmente per me”.
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All’incontro con la stampa Herzog spiega: “Più dei miei amici speravo nella riunificazione. La volevo come poeta, come una riunificazione di una cultura comune. Negli anni Ottanta, Willy Brandt, ex cancelliere, aveva rinunciato alla riunificazione. Allora mi dissi, se la politica si è arresa, spetta a me tenere unito il mio Paese. Come atto simbolico, per lunghe settimane ho percorso a piedi in lungo e in largo la Germania”. Una sorta di riappropriazione dei confini reali con la misura del passo umano. “Nessun altro lo ha fatto – continua Herzog – e Gorbaciov lo sapeva e mi ha risposto immediatamente, perché anche lui ha viaggiato a piedi, era un uomo a piedi”. Lo ricorda anche nel film: laurea di giurisprudenza a pieni voti a Mosca, nella segreteria del Pcus era delegato all’Agricoltura e percorreva vaste zone camminando, sindacati e contadini lo vedevano arrivare a piedi.
Della politica del presente, che tanto sembra preoccupare Herzog, Michail Sergeevic Gorbaciov preferisce non parlare: “E’ stato chiaro fin dall’inizio che non avrebbe affrontato la politica attuale, perché effimera. Se fossero passati solo 10 anni non avrebbe nemmeno parlato di Thatcher, Clinton o Reagan. Quindi non voleva parlare dell’attualità ma dei risultati monumentali che ha acquisito. Oggi non esiste nessun politico della sua statura”. Davanti ai “ma perché…” del regista, Gorbaciov ritorna sempre al punto: “Abbiamo smantellato una intera generazioni di armi nucleari, abbiamo determinato la fine della Guerra Fredda, abbiamo portato la democrazia. Anche se il lavoro non è finito”. E sulla sua tomba cosa scriverebbe? “Noi abbiamo provato”. Il confronto con il presente, nel film, viene compiuto dai testimoni, come Horst Tschelschick consigliere di Helmut Kohl: “Oggi c’è una politica senza sogni e vince l’occhio per occhio, dente per dente”.
Nella sua perduta grandezza Gorbaciov esce come una figura tragica. “Ho sempre avuto dentro di me il progetto di un film su di lui – racconta Herzog – Sì, è una figura tragica perché parte della popolazione lo considera un traditore, ma l’Unione Sovietica allora non poteva più essere tenuta insieme da nessuno. E nessuno oggi vuole ricrearla, nemmeno Putin. Per certi versi Gorbaciov è una figura tragica perché non è riuscito a portare a termine la missione che si era dato”. Figura tragica, come quando parla della scomparsa della amatissima moglie Raisa, con cui era tutt’uno. “Quando lei è morta, la mia vita se ne è andata”. Tragica come quando firmò le dimissioni dalla presidenza dell’Urss: “Lo rimpiango. E’ il mio incubo quotidiano”.
Lasciare una testimonianza e raccontare ad un ascoltatore così attento come Herzog è stato indubbiamente per Gorbaciov un modo per ridare dignità a momenti oggi dimenticati. L’ex presidente ha visto il film in una proiezione pubblica: “Gli è molto piaciuto, c’era André Singer, e mi imbarazza un po’ dirlo ma ha detto: “Di gran lunga il miglior film che sia stato realizzato sulla mia persona”. L’accoglienza da parte del pubblico è stata estremamente affettuosa e calorosa. Ho la sensazione che sia avvenuto uno spostamento nell’opinione pubblica di oggi a favore di Gorbaciov. Questo mi conforta”.
Il film sarà distribuito alle sale cinematografiche da I Wonder Pictures/Unipol Biografilm Collection. Il Biografilm Festival continua a Bologna fino al 16 giugno.