In tanti ieri sera hanno affollato il salone centrale della Gnam per rendere omaggio a giornaliste, collezioniste, artiste emergenti e artiste affermate, curatrici di mostre e galleriste. Sono le otto donne eccellenti che, tra cambiamenti sociali e politici e crisi dei valori tradizionali, incarnano l’ideale femminile del terzo millennio, caratterizzato da versatilità, coraggio, spirito d’iniziativa.
La prima a salire sul palco, l’imprenditrice Giannola Nonino, una donna che ha reso la grappa, per troppo tempo considerata roba da osteria e da grasse bevute, una specie di elisir di lunga vita. “Nell’imprenditoria le donne devono ancora dimostrare di essere all’altezza degli uomini”, ha sottolineato la decana dei distillati, a capo di un’azienda leader mondiale per la grappa di qualità. Tra le premiate l’etoile Eleonora Abbagnato per aver contribuito a tenere alto il livello della danza del Teatro dell’Opera che è un’eccellenza e patrimonio tutto italiano.
“Mi auguro che presto si smetta di considerare anomalo il fatto che una donna arrivi a ruoli di responsabilità e che finalmente si inizi a parlare di umano”. Sono le parole pronunciate da un’altra vincitrice, Maria Grazia Chiuri, stilista di Dior, la prima donna a tenere in mano le redini degli straordinari atelier che fanno capo al Gruppo Lvmh dopo più di settant’anni dal genio del fondatore Christian Dior e di tutti i creativi che hanno continuato la sua opera. E’ lei che il 26 febbraio scorso per l’ultima sfilata a Parigi della collezione dell’inverno, ha fatto indossare ad una modella una t-shirt dal messaggio inequivocabilmente femminista: Sisterhood is global, la sorellanza è globale.
Ester Coen è invece tra le poche storiche dell’arte italiane che ha saputo lavorare con successo alla valorizzazione a livello internazionale delle avanguardie storiche sorte nei primi del Novecento. Esperta di futurismo, a Coen sono state affidate la regia di mostre come la retrospettiva sul genio creativo di Umberto Boccioni al Metropolitan Musem di New York nel 1988, oltre alle più recenti sulla Metafisica alle Scuderie del Quirinale, e sul Sessantotto proprio nella sala della Galleria Nazionale.
Elena Di Giovanni, vice presidente e co-founder dell’agenzia di comunicazione Comin and Partners, ricevendo il premio ha invece ricordato come l’ Italia abbia compiuto grandi passi avanti per le donne nel mondo dell’arte, ma resta ancora tanto da fare per non dover ribadire con un premio il valore delle donne. Premiate anche la direttrice generale Direzione Generale Arte Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del Mibac, Federica Gallini, e la giornalista Sveva Sagramola, che da vent’anni a Geo affronta i temi dell’ambiente, del cambiamento climatico e degli stili di vita sostenibili.
Tra le 8 donne ‘eccellenti’, (numero simbolico in quanto ricorda il giorno della Festa delle Donne) non poteva mancare la ‘superstar’ Marina Abramovic che in passato ha più volte detto che “non c’è bisogno di definirsi femministe, perché la donna è più forte dell’uomo”. Prima donna ad essere stata in mostra a Palazzo Strozzi di Firenze, The cleaner conclusasi a gennaio, la matriarca della performance ha sottolineato il valore della femminilità: “anche il Dalai Lama ha detto di potersi reincarnare in una donna” e ricorda che quando ha iniziato, nel mondo dell’arte c’erano solo uomini intorno a lei, ” ma non mi sono mai sentita né mostrata debole. Se ti senti debole sei debole, se ti senti forte sei forte. Quando le donne devono, si sollevano. Ed è così che possono scegliere l’uguaglianza”.