Ci si chiede anche questo guardando il nuovo film del regista Valerio Mieli, un film che già dal titolo, ‘Ricordi?’, in concorso alle Giornate Degli Autori di Venezia 75, ci guida nel viaggio di sovrapposizioni di rievocazioni dei due protagonisti. Il film di Mieli, l’unico italiano in concorso di undici titoli, provenienti da cinematografie differenti di diciotto paesi del mondo, ha vinto il premio del pubblico BNL.
Lui, docente universitario di Storia romana, è problematico e tormentato proprio come piace a Lei, che, invece è sempre solare e positiva.
Lei, insegnante di liceo vive immersa nel presente, ritenendo che “una cosa è già bella durante, non solo dopo, quando la ricordi”. Cosa che non accade a Lui che, al contrario, vive sommando i ricordi, immagazzinandoli e confondendoli senza riuscire più a distinguere i confini fra presente e passato, e senza riuscire ad immaginare il futuro.
Luca Marinelli e Linda Caridi, sono i volti, gli sguardi e le anime protagoniste del film. Loro che, volontariamente, non hanno nomi, diventano emblema di uno status che coniuga la bellezza e l’evanescenza del ricordo con la pesantezza e l’oppressione che ne possono derivare. Tra loro nasce una lunga, magnifica ma anche tormentata storia d’amore segnata da un’immersione soggettiva nei ricordi dei due, una storia raccontata sempre in modo diverso perché vista da punti differenti e soprattutto vissuta con continue proiezioni e immagini che rimandano ad altro, ad un passato, ad un emozione suscitata da un luogo, da un odore o da una sensazione.
Ancora una volta Mieli dimostra le sue doti registiche, facendo immergere lo spettatore in un puzzle di reminiscenze che tornano ed evaporano, che si delineano e si dissipano così come accade con i ricordi di tutti noi. Probabilmente la trama e la caratterizzazione dei personaggi, non emergono per originalità, anzi sembrano rispecchiare, in particolare il personaggio maschile, un modo antico, ovattato, impregnato filosoficamente dove l’essere tormentato era un modus agendi normale. Oggi, forse, un personaggio del genere non risponde all’esigenze di poter raccontare un mondo attuale con delle problematiche più tangibili.
Ma se dal punto di vista drammaturgico, della trama, il film non sorprende, è anche vero che registicamente parlando il film regala immagini e momenti esteticamente maturi, ben strutturati e avvolgenti. In 106’ Mieli, comunque, riesce a raccontare l’essenza di due anime che, pur essendo così complesse e con un bagaglio di ricordi che li sovrasta, possono trovare un punto in comune e provare a costruire un nuovo passato utile a vivere un presente diverso che guarda al futuro.