Se dapprima il partito di Macron En Marche e del premier francese Edouard Philippe ha definito le politiche del governo Conte “vomitevoli”, ha poi dato l’affondo accusando l’Italia di cinismo ed irresponsabilità per aver chiuso i porti italiani alla nave Aquarius con 629 immigrati a bordo.
Peccato c’è una stridente mancanza di solidarietà sui temi dell’immigrazione anche nella storia recente della Francia. Beauty, Destiny e Israel forse sono nomi che non dicono molto a quei francesi che hanno preferito dimenticare la storia di una donna rispedita al mittente come un pacco dalla gendarmeria francese.
Beauty, nigeriana di 31 anni, viveva in Italia, a Napoli, con suo marito Destiny (anche lui nigeriano, 33 anni) e non era una clandestina: possedeva un permesso di soggiorno, seppur in scadenza, a differenza di suo marito. Quando incinta scopre di avere un terribile tumore, di quelli che non lasciano speranze, decide con il marito di provare a far nascere e crescere il suo bambino in Francia, il paese della “libertè, fraternitè, egalitè”, sorta di Eldorado per quelli come loro. Con una gravidanza oramai in stato avanzato tentano di passare in Francia attraverso il passaggio delle Alpi in Val Susa, ma non ha fatto i conti con la mancanza di “coeur” francese: le guardie di confine non provano nessuna pietà per quella giovane coppia, lei ha i documenti e può entrare ma il marito no quindi dopo aver implorato inutilmente di far entrare insieme a lei Destiny, malgrado il pancione e la sua oramai evidentissima malattia, i solerti uomini della Gendarmerie li riportano indietro, a Bardonecchia, senza neanche fornirle un minimo di assistenza sanitaria. E questo è grave, monsieur Macron, perché posto che una legge vada sempre rispettata si dovrebbe sempre restare umani e dare soccorso a chi ne ha bisogno.
Sarà proprio la “vomitevole” l’Italia a riaccogliere Beauty e Destiny, soccorrendo la donna, ricoverandola al Sant’Anna di Torino tenendola in vita per permetterle di partorire: Israel nasce con un peso di 700 grammi, Beauty muore. Intanto scatta la potente macchina della solidarietà dettata dall’amore e dalla compassione verso questa sfortunata famiglia: si da ospitalità al padre, gli si fa ottenere un permesso di soggiorno per farlo uscire dalla clandestinità, gli si trova un lavoro e per stabilizzarlo e permettergli di crescere quel figlio dell’amore vero. Si Monsieur le President, noi italiani siamo strani: ci scanniamo tra noi per le squadre di calcio, possiamo fare a botte per la politica, ci accusiamo a vicenda di razzismo e buonismo MA alla resa dei conti sappiamo usare il cuore e la pietàs. E restare umani.