A Palazzo Reale, nella Sala Belvedere, apre domani Totò e la sua Napoli, un’esposizione inedita che celebra il rapporto viscerale tra Antonio de Curtis e la sua città. La mostra, visitabile fino al 25 gennaio 2026, rientra nel programma delle celebrazioni per Neapolis 2500, i duemilacinquecento anni della fondazione della città.
Il simbolo di un’identità universale
Napoli non è solo lo sfondo della vita di Totò: è la matrice del suo sguardo, la lingua del suo umorismo, la sorgente della sua maschera. L’esposizione nasce proprio da questa consapevolezza — che non si può parlare di Totò senza parlare di Napoli, né di Napoli senza pensare a Totò.
“Totò riassume le mille identità di una città che diventa teatro universale, grande metafora della condizione umana”, spiega Marino Niola, co-curatore della mostra insieme ad Alessandro Nicosia. “Partenope lo ha modellato, ma lui a sua volta ha rimodellato Partenope, rendendola un simbolo di umanità che parla a chiunque si senta vesuviano nel mondo.”
L’esposizione è promossa dal Comitato Nazionale Neapolis 2500, con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Palazzo Reale di Napoli (Ministero della Cultura), e la partecipazione degli Eredi Totò, in collaborazione con Rai Teche e Archivio Storico Luce. L’organizzazione e la produzione sono di C.O.R. – Creare Organizzare Realizzare.

Totò, una maschera che è persona
Nella Napoli di Totò ogni volto è una maschera, ogni maschera è un volto. Lo stesso attore amava definirsi “un buffone serissimo”, e parlava di sé in terza persona, come a separare l’uomo dal personaggio.
La sua faccia — “storta, non triste”, diceva — era un qui pro quo permanente, una virgola fuori posto che lo rendeva unico. “Uno snobismo plebeo e una sprezzatura aristocratica,” osserva Niola, “come gli attori della Commedia dell’Arte che si facevano ritrarre con la maschera in mano, non sul volto. Totò è stato la maschera perfetta di Napoli: una città-mondo facile da riconoscere, difficile da conoscere.”
Un percorso nella memoria
Il percorso espositivo accompagna il visitatore attraverso documenti originali, fotografie, filmati, costumi, installazioni multimediali, manifesti e testimonianze di chi lo ha conosciuto e amato. Le sezioni tematiche raccontano le tappe di una vita e di una carriera straordinarie: Le origini, Il Rione Sanità, Il teatro, Le canzoni, Il cinema, Le poesie, Un maestro insostituibile, Totò e le bellezze della sua Napoli, Il saluto della sua Napoli.
Non mancano spazi dedicati al Principe di Bisanzio e agli Amori di Totò.
Uno dei momenti più intensi della mostra sarà l’ascolto dell’orazione funebre che Nino Taranto pronunciò il 17 aprile 1967 in piazza del Carmine, davanti a una folla di centomila persone. La voce rotta dal pianto, come un’intera città in lutto, resta una delle più potenti dichiarazioni d’amore mai rivolte a Totò.
Napoli oltre Napoli
Totò e la sua Napoli è la prima tappa di un progetto itinerante che, nella primavera del 2026, approderà a New York, proseguendo idealmente il dialogo tra Napoli e il mondo che l’attore stesso aveva incarnato.
A corredo della mostra, Gangemi Editore pubblica un catalogo che raccoglie immagini, testimonianze e materiali d’archivio: un volume che restituisce la vitalità di un artista capace di essere, come scriveva Pirandello, “uno, nessuno e centomila”.
 
			 
					
















