Cosa significa oggi mettere in scena un’opera come Guerra e Pace? Forse significa guardarsi negli occhi, riconoscersi nella fragilità degli altri. Forse significa accettare il conflitto come parte della vita. O forse, semplicemente, significa rispondere, finalmente, alla domanda iniziale: come stiamo? Queste le domande al centro di Guerra e Pace, dal 4 al 23 febbraio 2025, al Teatro Argentina di Roma con Nicola Borghesi, adattato dal romanzo di Lev Tolstoj.
Doveva essere solo un nuovo progetto teatrale, ma è diventato un viaggio. Gianni Garrera e Luca De Fusco, che firmano l’adattamento, si sono immersi in un testo che sembrava impossibile portare a teatro. “Un romanzo che ci sovrasta, che leggiamo e rileggiamo, e ancora ci sorprende”, dice De Fusco.
Poi, la realtà. Mentre la produzione prendeva forma, il mondo fuori parlava. Guerre, crisi, rivolte. Guerra e pace, sul palco e nella vita. De Fusco si è chiesto: come restituire l’essenza del romanzo senza cedere alla tentazione di renderlo un racconto del presente? “Non c’è bisogno di attualizzare Tolstoj”, afferma. “La sua opera contiene già tutto, l’eterna contraddizione tra amore e guerra, tra libertà e oppressione”.
Così, nella versione teatrale, non vedremo riferimenti diretti all’Ucraina, al Medio Oriente. Ma il pubblico vedrà la fatica, la paura, il coraggio. Kutuzov e Annette, due figure chiave, diventano quasi simboli della tensione tra due mondi, quello del conflitto e quello della tregua. E poi, i protagonisti. Nataša, Andrei, Pierre, giovani alla ricerca di un senso, di una direzione. Giovani pieni di desideri e contraddizioni, proprio come oggi. In scena Pamela Villoresi, Federico Vanni, Paolo Serra, Giacinto Palmarini, Alessandra Pacifico Griffini, Raffaele Esposito, Francesco Biscione, Eleonora De Luca, Mersila Sokoli, Lucia Cammalleri.
Ma la storia cambia. Lo spettacolo è vivo, si trasforma. Gli eventi si muovono con i tempi della realtà, con le emozioni del pubblico. “Abbiamo scelto di accettare il cambiamento, di non fissare nulla. Il testo evolve, proprio come la vita”, racconta De Fusco.
Musiche di Ran Bagno, scene e costumi di Marta Crisolini Malatesta, luci di Gigi Saccomandi. Un allestimento che mescola narrazione e immagini, con proiezioni che avvicinano e allontanano lo spettatore, proprio come la memoria fa con i ricordi.
Orari spettacoli:
- Martedì, venerdì e giovedì 6 febbraio: ore 20
- Mercoledì 19 febbraio: ore 10.30
- Mercoledì e sabato: ore 19
- Giovedì e domenica: ore 17
- Lunedì riposo