Eden, il nuovo lavoro di Ron Howard che ha inaugurato il Torino Film Festival 2024, è una storia di isolamento, potere e fallimenti morali ambientata negli anni ’30 nelle selvagge isole Galápagos, che ha il coraggio di mettere in scena il lato meno raccontato dell’essere umano.
Basato su eventi reali, Eden racconta la storia di un gruppo di europei che cerca di costruire un’utopia tropicale sull’isola deserta di Floreana, per poi precipitare in un vortice di tensioni, rivalità e tragedie. Al centro della vicenda ci sono Friedrich Ritter (Jude Law) e Dore Strauch (Vanessa Kirby), che fuggono dalla Germania nazista inseguendo i propri ideali filosofici, ma la loro visione viene rapidamente sconvolta dall’arrivo della famiglia Wittmer e della carismatica Baronessa Eloise von Wagner Bosquet (Ana de Armas), accompagnata dai suoi due amanti. In questo microcosmo, la natura stessa diventa una forza crudele e giudicante, amplificando i conflitti umani in un dramma di sopravvivenza e potere.
“Ho sempre amato raccontare storie vere, ma qui ho trovato qualcosa di diverso,” spiega Ron Howard. “Questa non è una storia che offre eroi o redenzione: è una vicenda cruda, complessa, che esplora la fragilità umana. È una tragedia classica che mi ha attratto per anni. C’è qualcosa di profondamente universale nei temi della sopravvivenza, del fallimento e delle tensioni che emergono quando le persone cercano di costruire un nuovo mondo.”
Eden è un film che si nutre di silenzi, sguardi e contrasti: tra l’idealismo e la brutalità, tra il sogno di un’utopia e la realtà di un’isola inospitale che diventa specchio delle tensioni umane. Visivamente, Eden è un’opera ipnotica e inquietante. “Volevo catturare l’ambiguità della natura: bella, crudele, indifferente. È una forza che non può essere domata,” ha detto Howard. Questo approccio estetico si riflette anche nel ritmo del film, che si prende il tempo di esplorare i dettagli, quasi come un documentario immersivo che però si trasforma in un sogno febbrile.
La forza del film risiede anche nelle straordinarie interpretazioni del cast. Jude Law offre un ritratto di Friedrich come un uomo rigido, inflessibile, quasi maniacale, mentre Vanessa Kirby incarna con intensità Dore, una donna che si scontra con la dura realtà dei suoi ideali. Ana de Armas, nel ruolo della Baronessa, è magnetica, che catalizza i conflitti con il suo carisma fuori dal comune.
Inoltre, Howard riesce a tessere nel film una riflessione sul rapporto tra uomo e natura che risuona profondamente nell’era contemporanea. “C’è un tema ecologico implicito nel film,” dice. “In quel periodo storico, e forse ancora oggi, l’uomo si credeva capace di dominare la natura. Ma l’isola non si lascia piegare, proprio come la natura stessa”.
“Questo film è stato un’esperienza trasformativa per me,” ammette Howard. “Mi ha permesso di esplorare territori che non avevo mai considerato prima. È stato un viaggio intenso, e spero che il pubblico lo percepisca”.