Nella tragedia di William Shakespeare, Otello, assistiamo a una profonda esplorazione delle dinamiche amorose e dei conflitti interiori che caratterizzano le relazioni umane. Otello, generale al servizio della Repubblica di Venezia, conquista l’amore della nobile Desdemona, un’unione celebrata in gran segreto. Tuttavia, la sua ascesa non è priva di ostacoli; l’odio di Iago, un sottufficiale non nominato come luogotenente, si nutre di rancore e invidia. La scelta di Otello di affidare il comando a Cassio diventa il detonatore di una tragedia ineluttabile.
Quando il padre di Desdemona scopre il matrimonio, il Doge affida a Otello il comando dell’esercito veneziano contro i turchi a Cipro. Così, il Moro parte per la sua missione, accompagnato da Desdemona, Cassio, Iago e sua moglie Emilia, che avrà il compito di fare compagnia a Desdemona. Roderigo, inconsapevole delle macchinazioni di Iago, si unisce al gruppo, diventando strumento del suo piano di vendetta.
A Cipro, la situazione precipita quando Iago inizia a seminare il dubbio nella mente di Otello riguardo alla fedeltà di Desdemona. Nonostante la sua innocenza, Desdemona viene accusata ingiustamente, così come Cassio, che diventa il falso amante nel gioco manipolatorio di Iago. La gelosia, che avvolge Otello come una spirale inesorabile, culmina in un atto tragico: il suo amore per Desdemona si trasforma in violenza, portandolo a ucciderla prima di togliersi la vita.
“La visione registica di questo allestimento trae ispirazione dall’opera My Bed dell’artista inglese Tracey Emin”, scrive nelle note di regia Luigi Siracusa. “Questa installazione, che raccoglie oggetti rappresentativi della vita personale dell’artista e della sua relazione finita, offre una riflessione profonda sul tema della memoria e dell’assenza. Il letto, simbolo di intimità e vulnerabilità, diventa un elemento chiave per raccontare la tragedia di Otello e Desdemona”.
Siracusa precisa che l’accostamento tra My Bed e Otello si fonda sull’analisi delle relazioni e sul processo che porta alla loro dissoluzione. “In Otello sebbene Iago sia il vero artefice della narrazione, il fulcro rimane il legame tra Otello e Desdemona. La narrazione si muove da un’immagine di felicità e passione a una lenta erosione dell’amore, caratterizzata da sospetti e gelosie che sfociano in tragedia”.
Per il regista, Venezia è dove si è consumato il tempo dell’innamoramento, mentre a Cipro l’amore si sgretola, trasformandosi in silenzi e distanze incolmabili. Il letto diventa un simbolo della loro vita insieme, ma anche del delitto che segna la fine della loro storia. Alla fine, ciò che resta è un’istantanea di un tempo perduto, un ricordo di un amore che poteva essere, ma che è stato distrutto dalle insidie esterne.
“In quest’ottica, il nostro allestimento si propone come un museo della memoria, dove il letto di Otello e Desdemona diventa un’opera d’arte che invita a riflettere sul passato, sulla fragilità dei legami e sulla complessità delle emozioni umane. La scena si presenta spoglia, priva di eccessivi arredi, per enfatizzare la testimonianza di un amore intenso, ma tragico. Così, il teatro diventa non solo luogo di narrazione, ma uno spazio di introspezione, dove il pubblico è chiamato a interrogarsi su sé stesso e sulle proprie esperienze emotive, esattamente come avviene nella tragica storia di Otello e Desdemona”-