Il mio amore per i Blonde Redhead, l’iconico trio indie-rock nato a New York e composto da Kazu Makino insieme ai fratelli gemelli Simone e Amedeo Pace, risale alla prima volta cheho ascoltato il loro album del 2000, Melody of Certain Damaged Lemons. Quando nel 2004 uscì il loro successivo album di dream pop psichedelico, Misery Is A Butterfly, ero ormai così affezionato alla band da comprare il CD senza aver ascoltato nemmeno una traccia. Nell’era pre-streaming, c’era un’emozione unica nel comprare un album, portarlo a casa e scoprire se era valsa la pena spendere quel poco denaro disponibile.
Dai momenti iniziali dello spettacolare pop psichedelico barocco di Elephant Woman fino al più dissonante noise rock di Equus, Misery Is A Butterfly è un album perfetto. E sebbene molte delle mie band preferite abbiano perso un po’ del loro fascino col tempo, il capolavoro del trio del 2004 è rimasto un ascolto fisso nei miei ultimi vent’anni.
Nel corso di questo periodo, i Blonde Redhead hanno continuato a evolversi, passando dalle origini noise rock degli anni ’90, in stile Sonic Youth, a un dream pop più atmosferico, pubblicando altri eccellenti album.
Dopo l’uscita del loro nono album, Barragán, nel 2014, c’è stato un lungo periodo di relativa inattività, e con l’avvicinarsi di Sit Down For Dinner (2023), la fama dei Blonde Redhead si era un po’ sbiadita. In un mondo in cui così tanti artisti competono per un briciolo di attenzione nello sconfinato universo musicale, è facile scivolare fuori dal radar mediatico.
Il 26 agosto il suggestivo Teatro Romano di Ostia Antica si appresta a diventare lo scenario dell’unica data italiana della band per presentare un lavoro che album che, rispetto ai precedenti, si addentra in tematiche profonde e universali legate all’età adulta, in un gioco di contrasti con la musica vivace e dinamica che accompagna ogni traccia.
Sit Down For Dinner è una fantasia dream pop ritmica con sottili influssi di reggae e dub. Quello che inizialmente può sembrare un album atmosferico e leggero, cresce con ogni ascolto, rivelando alcuni dei ritornelli più orecchiabili dell’intera discografia del trio.
Un’opera curata nei minimi dettagli, nata nel corso di cinque anni tra New York, Milano e i suggestivi paesaggi toscani. L’ispirazione per il disco affonda le radici nelle parole di Joan Didion: “La vita cambia in un istante, ti siedi a cena e la vita che hai sempre conosciuto finisce in un attimo”, tratte dal suo libro del 2005. Da questa riflessione si sviluppa il cuore pulsante dell’album.
Biglietti: https://www.ticketone.it/artist/ostia-antica-festival/