Il secondo lungometraggio della documentarista Vanina Lappa, Nessun Posto al Mondo, arriva otto anni dopo Sopra il fiume (2016). Nelle campagne cilentane, tra il maestoso monte Cervati e i tranquilli pascoli che si adagiano sotto il sole, vive Antonio, un pastore libero che sembra più in sintonia con gli animali che con gli uomini. La sua vita è un dialogo silenzioso con il gregge e un’unione con la natura, dove il linguaggio non verbale degli animali è più chiaro delle leggi del villaggio. Quando scende in paese, la sua libertà contrasta con le restrizioni umane. I suoi cani sono visti come minacce, ma lui rifiuta di mettergli il collare, provocando l’emarginazione dalla comunità.
Le nuove leggi del Comune minacciano la vita di Antonio. Non può più portare il gregge sulle terre del Cervati e il pascolo costa troppo. Decide di comprare un terreno, ma l’ingiustizia istituzionale gli impedisce persino di costruire un rifugio per gli animali.
Nessun posto al mondo è un’opera che, attraverso gli occhi del suo protagonista, racconta di un territorio dimenticato, dove la natura è sovrana e la lotta per la libertà è quotidiana. Attraverso il cinema, l’autrice si è immersa in questo mondo, diventandone parte, aprendo una finestra su un universo ricco di vita e significato. Mentre giravo è nato il desiderio di realizzarne un secondo. Capivo che oltre il villaggio, verso le campagne e nella montagna, c’era un territorio altro, fatto da un dialetto più incomprensibile, quanto le leggi che lo abitano.”
Un mondo dove la natura è ancora sovrana e dove la lotta per la libertà è una battaglia quotidiana. Questa è la realtà che ha catturato l’attenzione dell’autrice, ma è stato l’incontro con Antonio, il protagonista del documentario, a dare al progetto una profondità emotiva e umana unica.
“Antonio è un uomo che attraverso il rapporto con gli animali sembra trovare un posto che tra gli uomini e le loro leggi non riesce ad avere,” spiega Lappi. “Il cinema è stato un modo per accedere a questo mondo, l’osservazione era un punto di partenza ma non una finalità. Volevo farne parte, imparando il suo linguaggio per dimenticare il mio e vivendo attivamente quel paesaggio; coinvolgendo in maniera attiva le persone che filmavo, non per fare un film su di loro, ma con loro.” Ma il processo non è stato senza difficoltà. La regista ci confida le sfide incontrate nel tentativo di triangolare tra animale, umano e ambiente nel suo documentario.
“Mi rendevo conto, man mano che filmavo, che non facevo più distinzione fra filmare un animale o un albero,” rivela. “Faceva parte tutto dello stesso organismo, dello stesso paesaggio, e quindi per me a un certo punto avevano tutti la stessa importanza.”
E su Antonio, il pastore ribelle al sistema, l’autrice ci rivela altro: “È stanco di combattere contro l’amministrazione, ma la sua forza e la sua determinazione sono una testimonianza vivente della lotta per la libertà e per il diritto di vivere in armonia con la natura.”
In un mondo sempre più dominato dall’innovazione e dalla modernità, la storia di Antonio ci ricorda l’importanza di preservare le antiche tradizioni e i legami profondi che ci uniscono alla terra e agli animali che la abitano. Il documentario diventa così un viaggio non solo nella sua lotta, ma anche nella sua resilienza e nella sua capacità di trovare nuovi percorsi anche di fronte alle sfide più difficili. Attraverso il racconto di Antonio, ci viene mostrata la bellezza e la complessità della vita nelle campagne cilentane, e l’importanza di adattarsi e perseverare di fronte alle avversità.
Dopo la partecipazione al Festival dei Popoli (dove ha vinto il Premio del pubblico come miglior documentario) e al Trento Film Festival, «Nessun posto al mondo» arriva nelle sale, alla presenza della regista. Il primo appuntamento è previsto per stasera, alle 19 al Cinema Farnese di Roma, nell’ambito della rassegna Solo di martedì. Il 16 maggio il film sarà proiettato al Cinema Bloom di Mezzago (provincia di Monza e Brianza) alle 20.30; il 21 maggio al Cinema Terminale di Prato, alle 21.15; il 28 maggio al Cinema Truffaut a Modena, alle 21.15. Altre date sono in via di definizione, per informazioni consultare il sito della distribuzione, www.lasarraz.com, oppure il profilo facebook del film