In sala dal 28 dicembre con Wanted Cinema, Ricomincio da me, la nuova commedia francese che vede protagonista Camille Cottin. Diretta da Nathan Ambrosioni, l’amata attrice francese (Call my agent!, House of Gucci, Assassinio a Venezia) interpreta Antonia, detta Toni, una madre single di cinque figli ormai grandi che vuole rifarsi una vita.
Ambrosini spiega che ha scelto di ritrarre Toni, una madre single di 43 anni, per esplorare la fase della mezza età in cui molte persone mettono tutto in discussione. “Toni rappresenta un’eroina del mondo reale, una donna consapevole che la maternità è meravigliosa – racconta il regista – ma è anche una condizione con una scadenza precisa quando i figli lasciano casa. Toni desidera riprendere la sua vita nonostante la sua età, e il film esplora il delicato periodo che attraversa”.
Il film affronta diversi temi, tra cui il rapporto madre e figli, la ricerca della libertà attraverso l’apprendimento accademico, e la scelta di rappresentare Toni come una pop star vintage in declino. “Mentre lavoravo allo script, mi sono imbattuto in un reportage che intervistava ex stelle della tv degli inizi degli anni 2000, dopo il loro periodo di massimo splendore. La maggior parte di loro è caduta nell’oblio. Mi piaceva l’idea di costruire Toni allo stesso modo. Questo ex status di celebrità aggiunge complessità alla mia eroina. Diventa una donna a cui in gioventù è stata assegnata una falsa immagine, che dovrà poi de-costruire.
Come lo status di madre assoluta, anche quello di celebrità può sembrare affascinante ma per Toni non è mai stato essenziale. “Eppure, anche i suoi figli a loro modo hanno bisogno di questo genere di riconoscimento – Marcus attraverso i social e Mathilde attraverso la danza”, precisa Ambrosini. Il film solleva anche il tema del trasmettere qualcosa alle nuove generazioni: come parlare ai propri figli? Trasmettere loro valori, esperienze… Come comunicare con loro?
Toni è una donna single senza una vita sentimentale in primo piano, si evolve indipendentemente da qualsiasi sguardo o presenza maschile. Spiega il regista: “Trovavo interessante non imporre alla mia protagonista l’obbligo di cercare l’approvazione di un uomo quando agisce. Volevo rappresentare un personaggio che ricerca un senso di libertà, senza che sfoci necessariamente in una avventura romantica o sessuale. Ciò non significa che Toni non abbia pulsioni sessuali o che provi frustrazione o che sia incapace di amare, è solo che non ne ha voglia in quel momento. L’amore, nel senso romantico del termine, non è uno dei focus del personaggioin questo specifico periodo della sua vita”.