Proiezioni, giochi di luce e dodici performer chiamati a dare corpo e movimento all’esibizione di Zucchero nell’arena delle Terme di Caracalla, il 3o maggio, nel primo delle 5 serate del «World Wild Tour»o- evento di apertura della stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma. Un momento emozionante per l’artista, al suo debutto nell’arena di Caracalla.
Ad accompagnarlo sul palco il coro gospel Sherrita Duran Gospel Choir e una super band internazionale composta da Polo Jones (Musical director, bass), Kat Dyson (guitars, bvs), Peter Vettese (hammond, piano and synth), Mario Schilirò (guitars), Adriano Molinari (drums), Nicola Peruch (keyboards), Monica Mz Carter (drums, percussions), James Thompson (horns, bvs), Lazaro Amauri Oviedo Dilout (horns), Carlos Minoso (horns) e Oma Jali (backing vocals).
Zucchero si è mostrato al pubblico molto emozionato, una tensione che si è sciolta in un attimo, al primo botta e risposta musicale con il pubblico. Ecco allora, con Spirito nel buio. Il concerto ha fatto registrare il sold out ed è così anche per molti di quelli che verranno dopo. Una platea trasversale, che ha voglia di abbandonarsi alle sonorità e alle suggestioni della serata. “I romani non sai mai come prenderli ed è per questo che non mi aspettavo un’accoglienza cosi calorosa”. E via sulle note di “Dune mosse”.
E poi “Nel mondo girano troppe cose brutte – aggiunge il bluesman – guerre, conflitti, per non parlare dei disastri come quello della Romagna che lasciano il segno. Non è un bel momento: speriamo arrivi presto primavera”.
Zucchero si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa. “In quarant’anni di carriera, ho scritto tante canzoni. Come Dune mosse, Iruben me, Così celeste. Per coloro che dicono che ho composto anche canzonette da bar, tipo Vedo neroe Baila… rispondo che è proprio questa è la forza del blues. I maestri del blues, infatti, facevano cose serie e poi sdrammatizzavano, perché nella vita non bisogna sempre prendersi sul serio”.
Qui il racconto video del concerto.