Esce al cinema il 16 marzo il nuovo film di Stefano Cipani, Educazione Fisica, tratto dal testo teatrale La Palestra di Giorgio Scianna. Sulla sceneggiatura dei Fratelli D’Innocenzo, il film racconta la reazione dei genitori di fronte alla violenza dei figli. La trama ruota intorno a quattro personaggi che appartengono a una borghesia tranquilla, civile. Si racconta una vicenda estrema , di quelle che si leggono in cronaca di nera. I genitori di tre alunni vengono convocati dalla preside di una scuola media di provincia: è successo un fattaccio, di cui i loro figli sono i responsabili. Ma è difficile da credere e da accettare. La palestra si trasforma in un’aula di tribunale improvvisata. I genitori domandano, attaccano e difendono, provano a mettere in discussione, a smontare quell’accusa. Le rivelazioni della preside li trascinano in uno spazio dove tutti si contrappongono, tutti si fanno male nell’esplosione violenta del conflitto tra ciò che è giusto fare e la protezione della propria famiglia.
“E’ lo scontro con la preside che lì ha convocati a trasformarli o, forse, a tirare fuori quello che sono veramente“, racconta Cipani. “L’idea di girare un film interamente in una location e avere l’occasione di lavorare con un gruppo di attori in maniera organica, cronologica e totalizzante nella propria verbosità, mi affascinava molto. Nel rispetto della scrittura dei D’Innocenzo e all’autenticità tematica di Scianna, ho realizzato un mio personale esperimento di cinema classico. Il tutto per discutere del tema centrale dell’opera, urgente e attuale, che viene espressoal meglio nel senso di responsabilità che pervade e al contempo si sottrae ai personaggi del film. Mi sono stati d’ispirazione i cartoni animati anni 70’ di Ralph Bakshi, il cinema di Buñuel e il punk“.
Il film è diviso in due parti: l’attesa densa di banalità e convenzione e il dialogo serrato una volta introdotto l’argomento. Giovanna Mezzogiorno nei panni della preside, all’inizio impacciata mentre informa i genitori dell’accaduto, si mostra poi risoluta e salda nella sua scelta di raccontare tutto alla polizia. Quattro ottimi attori iniziano una veloce caduta negli inferi. Angela Finocchiaro, Raffaella Le, Sergio Rubini e Claudio Santamaria, sono, nelle diverse sfaccettature dei loro caratteri, individui meschini che si sentono al di sopra del bene e del male in virtù della loro posizione sociale, genitori che nulla hanno da trasmettere se non l’impunità a discapito altrui in nome di una protezione che nulla ha a che vedere con l’educazione. Un dramma attuale, coinvolgente e spietato su come anche gli adulti possono diventare branco.