Come Prima del regista francese Tommy Weber trae ispirazione dall’omonima Graphic Novel del fumettista Alfred, suo connazionale, per raccontare il legame intenso e conflittuale tra due fratelli.
Nel film, nelle sale italiane il 16 giugno, siamo alla fine degli anni 50 in un paesino della Normandia, l’italiano Fabio (Francesco Leva) vive alla giornata come pugile dilettante per una rete di scommesse clandestine, tra vita notturna sregolata e qualche debito con persone poco raccomandabili. Dopo essere stato sconfitto in un incontro di boxe amatoriale, si trova di fronte ad André, (Antonio Folletto) suo fratello minore. Non si vedono da 17 anni, da quando Fabio ha lasciato la casa della sua famiglia a Procida, per combattere al fianco delle camicie nere di Mussolini. Il padre è appena morto. E, come espresso dalle sue ultima volontà, André è venuto a cercare suo fratello perché sia presente ai funerali, che si terranno nell’isola natale. Dopo aver rifiutato in un primo momento, le circostanze e l’ambita eredità spingono finalmente Fabio ad accompagnare André. Il viaggio sarà lungo attraverso due paesi traumatizzati dalla guerra, e la stessa guerra che ha separato Fabio e André, offrirà ai due fratelli l’occasione di ravvicinarsi.
“E’ da quando sono bambino, che sogno l’Italia”, confessa Weber. “Sogno “La Strada” con Anthony Quinn, i piedi nel mare di notte; sogno Mastroianni in “Otto e mezzo”, con gli occhiali da sole, che si aggira nei giardini della sua immaginazione; sogno Procida, dove Arturo – l’eroe del romanzo di Elsa Morante – finge di morire per sentirsi amato…Sogno, e ho sempre sognato, l’arte italiana, soprattutto il suo cinema”.
“Come prima” è una storia sulla fratellanza in un paese in cui la fine della seconda guerra mondiale creò nell’animo degli italiani mille speranze che si scontrarono, però, con una realtà difficile e distante da quella che ognuno aveva immaginato. Tutto il film è pervaso da una atmosfera neorealista con l’occhio della macchina da presa che sembra seguire i pensieri e le emozioni dei due protagonisti edresplorare senza limitazioni il visibile.
Un film che per intero rappresenta una catarsi per il regista. “raccontare L’ho scelta perché mi sembrava un modo per rivivere il complesso rapporto che ho con mio fratello”. Un tema comunque universale quello dei legami tra fratelli che spinge il film a un livello superiore.