Pleasure, in anteprima al Biografilm Fest, l’audace e provocatorio lungometraggio d’esordio di Ninja Thyberg, offre uno sguardo mirato a un settore che gli spettatori raramente hanno visto rappresentare con spietato realismo. Thyberg ritorna sul suo omonimo cortometraggio vincitore a Cannes, descrivendo con sguardo lucido l’industria del cinema per adulti. Selezionato al Festival di Cannes 2021 e presentato al Sundance’s World Cinema Dramatic Competition, Pleasure ha ottenuto grande clamore nel circuito dei festival, portando a casa il Premio della Giuria e la nomination per il Gran Premio Speciale a Deauville, e ricevendo nomination ai British International Film Awards, agli European Film Awards e ai Film Independent Spirit Awards.
Il film, con la potente e coraggiosa interpretazione di Sofia Kappel, esplora il tema del femminismo e del sex-work in un’industria interamente dominata dagli uomini cosi come la dilagante misoginia che la percorre. Pleasure segue Bella mentre arriva negli Stati Uniti fresca di volo dalla Svezia. All’arrivo al confine con gli Stati Uniti, all’ufficiale dell’immigrazione che le chiede se il suo viaggio é per affari o per piacere, Bella risponde per “piacere”.
Per tutta la durata del film, Thyberg mette sistematicamente a nudo (nessun gioco di parole) tutte le verità imbarazzanti e i trucchi che indugiano sotto la superficie di ogni scena porno. Molte immagini e sequenze sono esplicite. La visione di Thyberg è cruda ma mai sopra le righe, e questo grazie all’estetica brillante e lucida del film, che infonde a Pleasure una sterilità tale da di ogni minima carica sensuale. Bella entra con sicurezza nel mondo dell’intrattenimento per adulti con l’intenzione di diventare la prossima grande star del porno. L’iniziale ingenuità di Bella viene gradualmente sostituita dal suo divorante desiderio di avere successo che la spinge ad abbandonare molte delle sue stesse regole nella speranza di ottenere ciò che vuole.
Eppure Pleasure non rivela nulla di nuovo sui ruoli di genere e sulle dinamiche di potere incorporate nelle strutture patriarcali dell’industria cinematografica per adulti, dove spesso il consenso delle donne è dato per scontato. In una sequenza, il set gestito da uomini degrada e umilia Bella in una scena di violenta aggressione sessuale che va troppo oltre. È un momento orribile, voyeuristico e preoccupante.
Nel tentativo di affermare la sua agenzia in un settore che non le permetterà mai di essere veramente indipendente, Bella si sforza di conferire potere ma non ci riesce mai. La telecamera di Thyberg sposta l’attenzione dalla nudità sessuale alla dura realtà e al trattamento che queste giovani donne devono affrontare. Con chiarezza, gli aspetti più terribili e disgustosi dell’industria del porno sono evidenziati in questa funzione 18+ tecnicamente realizzata, anche se potenzialmente divisiva.