Come si racconta e come ci si scontra con una diva immensa come Ornella Vanoni? Una donna che ha attraversato da pioniera le epoche, ribaltandole. Facendola diventare una favola, come dice la stessa Ornella ad Elisa Fuksas, la bravissima regista di questo ritratto di una donna, ormai 86enne mai doma per carattere, bizze, energie e straordinaria lucidità di analisi su di sè.
Dice Elisa: «Io: Che significa fare un film su di te? Lei: Un film sulla mia vita; fino a un certo punto è reale poi è irreale. È come una fiaba, è bello finire la vita in una fiaba. Così nasce questo film che è la ricerca della giusta distanza per raccontare Ornella Vanoni: interprete, attrice,
madre, figlia, donna. Fragilità, coraggio. Allegria. Tanta musica. Oggettività e intimità si rincorrono, il film che ho in mente e quello che mi suggerisce, dialogano una lingua a tratti limpida a tratti impossibile, producendo un terzo film che comprende entrambi. La lontananza del mito è interrotta dalla vicinanza del cellulare, le confessioni confondono dentro e fuori, scena e fuoriscena sono la stessa storia. Perché con Ornella non c’è tempo di pensare, si può solo fare. E poi scoprire che fare è un modo di pensare. E di raccontare, anche una fiaba, anche la vita».
Non sfugge nulla all’occhio di Elisa, che riprende le luci e le ombre, da ogni dettaglio possiamo ricavare poesia. E’ un’operazione di analisi, anche per la regista che, volontariamente, si riprende nello spazio di Ornella, e ne esce un dialogo strepitoso, a volte teatrale, a volte surreale.
In un hotel termale fuori dal tempo e dallo spazio, quasi come una novella Alice, la Vanoni si cala lungo il cilindro della memoria, ritrova aneddoti e sorrisi, ma anche la malinconia delle mille notti solitarie, delle relazioni finite, dei successi e dei dolori che inevitabilmente le segnano il volto ed il cuore. La mano di Elisa è abile a raccogliere idee e amici, cambi d’umore e fragilità, un documentario (ma non lo è) che lascia con la voglia di vederlo un’altra volta. E speriamo abbia meritata distribuzione.
Ecco la nostra chiacchierata con la regista, incontrata allo Spazio Isola Edipo al Lido di Venezia.
Elisa Fuksas (Roma, 1981) è regista e scrittrice. Tra i suoi documentari: L’Italia del nostro scontento, FFR: For Future Reference, Black Mirror. A Journey With Mat Collishaw e ALBE, un documentario di fantascienza. Il suo primo film è Nina del 2012 con Luca Marinelli e Diane Fleri. Nel 2019 ha diretto The App per Netflix. Ha pubblicato tre romanzi, il più recente dei quali, Ama e fai quello che vuoi, sulla sua esperienza di fede. Nel 2020 ha diretto iSola, un documentario interamente girato con l’iPhone e presentato alle Giornate degli Autori nel quale affrontava la sua malattia, un tumore alla tiroide dal quale ci ha detto essere completamente guarita