Claudio Cupellini, regista già degli apprezzatissimi Una vita tranquilla, Alaska, e dell’ultima stagione, attesissima, di Gomorra, porta ora in scena il fumetto omonimo di Gipi, La terra dei figli, presentato in anteprima al Taormina Film Fest, in uscita dal 1° luglio, prodotto da Indigo Film con Rai Cinema, in coproduzione con WY Productions, e distribuito da 01.
La fine della civiltà è arrivata. Non sappiamo come. Un padre e suo figlio, Paolo Pierobon e il rapper Leon de La Vallée (in arte Leon Faun), vivono su una palafitta, cacciando pesce, animali. Sono tra i pochi superstiti e la loro vita è ridotta a lotta per la sopravvivenza. Le risorse sono scarse e spesso avvelenate.In questa terra senza cultura e senza bellezza, non c’è spazio per i sentimenti e le emozioni. I padri insegnano ai figli come procurarsi acqua e cibo e come difendersi dalle minacce. Nient’altro. Niente di più. I due protagonisti barattano oggetti con lo scorbutico Aringo (Fabrizio Ferracane), e “La Strega” (Valeria Golino), una donna cieca ed enigmatica.
Non c’è più società, ogni incontro con gli altri uomini è pericoloso. In questo mondo regredito il padre affida a un quaderno i propri pensieri, ma quelle parole per suo figlio sono segni indecifrabili. Alla morte del padre, il ragazzo decide di intraprendere un viaggio verso l’ignoto alla ricerca di qualcuno che possa svelargli il senso di quelle pagine misteriose. Solo così potrà forse scoprire i veri sentimenti del padre e un passato che non conosce.
Il film ‘La terra dei figli’ – ha dichiarato Claudio Cupellini – è una storia di formazione in cui la bellezza e la meraviglia, rappresentate da un adolescente solo al mondo, combattono contro le tenebre di una terra che sembra implacabilmente ostile. Il film che abbiamo appena terminato di girare è però anche una storia di avventura titanica e appassionante, un grande viaggio fisico e sentimentale, che parla di argomenti che appartengono sempre più al sentire comune: il futuro del mondo che lasceremo ai nostri figli e l’importanza della memoria“.
Claudio Cupellini porta sullo schermo un’umanità selvaggia e in rovina, preda della paura e della diffidenza, gli uomini, tornati a uno stato primitivo, vivono il contatto come una fonte di pericolo. Un film originale che sottolinea l’importanza della memoria di una natura umana, così inspiegabilmente capace di amore e odio, di avidità e generosità, di bellezza e ferocia.
Ed è attraverso il Boia interpretato da Valerio Mastandrea che l’umanità avrà la sua occasione per redimersi da un passato atroce.