Edoardo De Angelis, regista di Indivisibili del 2016, ha deciso di confrontarsi con un monumento della storia del teatro portando su Rai1 il 22 dicembre “Natale in casa Cupiello” di Eduardo De Filippo. Per l’adattamento il regista ha scelto la Napoli del 1950. “Un anno emblematicamente sospeso tra la guerra e il benessere. La città è ancora ferita dalle bombe ma si sentono i primi vagiti di una classe media che si affermerà negli anni successivi. Un anno sospeso tra distruzione e ricostruzione, proprio come il 2020”.
Il film, prodotto da Picomedia in collaborazione con Rai Fiction, racconta le vicende dal sapore agrodolce tratte dal capolavoro di De Filippo attraverso le straordinarie interpretazioni di Sergio Castellitto (Lucariello), Marina Confalone, Concetta, Adriano Pantaleo il figlio Tommasino, Tony Laudadio ha il ruolo dello zio Pasquale. Pina Turco è l’inquieta Ninuccia, Antonio Milo veste i panni del marito Nicola, Alessio Lapice quelli dell’amante Vittorio. Andrea Renzi è il medico.
Sergio Castellitto nel ruolo di Luca è un fervente amante delle tradizioni natalizie, e non vede l’ora di potersi dedicare maniacalmente alla composizione del Presepe, nonostante le critiche della moglie e del figlio Nennillo, che non lo appoggiano. A un certo punto irrompe in casa la figlia Ninuccia, agitata per l’ennesima lite con suo marito Nicolino. Ninuccia, che non ha mai amato il marito, vuole scappare con il suo amante. La situazione degenera appena il marito viene a conoscere tutta la situazione, tra liti, minacce, sfide a duello. Venuto brutalmente a conoscenza della situazione familiare, Luca, per anni vissuto nell’illusione di aver creato una famiglia felice, ha un ictus, crolla e si ritrova a letto in preda a difficoltà motorie e verbali.
“Luca cerca di ricostruire la famiglia attraverso il presepe, che ogni anno ricompone per il Natale”, precisa con chiarezza De Angelis. Mentre Castellitto ribadisce con forza di non essersi confrontato con Eduardo, “è inarrivabile”. Il mio Lucariello è un vecchio, il più vecchio di tutti gli altri, però è l’unico a giocare come un bambino, a voler ricucire i conflitti”.
De Angelis dirige un buon cast con grande equilibrio giocando molto sulla centralità di ciascun personaggio e realizzando una messa in scena atemporale dove un susseguirsi di battute umoristiche non prive di un certo umorismo amaro illustrano la natura della famiglia che per Eduardo rappresenta sempre lo speculum della società italiana e addirittura del mondo. Il padre Eduardo Scarpetta, lo ricordiamo, non lo riconobbe; ma la sua figura fu comunque presente nella giovinezza di Eduardo, insieme a sua madre, ai suoi fratelli e ai nonni.
Il regista nella particolare contingenza storica che stiamo vivendo sembra che abbia trovato una chiave di lettura innovativa e moderna che illumina per metafore il desiderio di dialogare con la realtà senza mai perdere di vista il nucleo originario della commedia.