Tra le poche cose certe del periodo surreale e ricco di incertezze che abbiamo vissuto, con il lockdown prima e la graduale ripresa delle attività dopo, c’è stata fin da subito la voglia diffusa di promuovere ma anche scoprire (e riscoprire) le cose buone e belle dell’Italia.
La valorizzazione dell’agroalimentare nazionale e la ricerca della qualità a filiera corta, per dare nuovo slancio ai produttori e quindi all’economia del Paese dopo il blocco dovuto al coronavirus, sono gradualmente diventate una sana abitudine per molti e un obiettivo quotidiano per i consumatori più consapevoli. Questi d’altronde hanno avuto vita facile, potendo contare su un livello di eccellenza universalmente riconosciuto per quanto riguarda diverse produzioni nostrane, tra le quali primeggia senza possibilità di smentita l’olio extravergine d’oliva.
All’irrinunciabile biglietto da visita della qualità Made in Italy ma anche alimento in grado di narrare come pochi altri in modo autentico e salutare l’identità e la bellezza dei territori del nostro Paese è dedicata la guida Oli d’Italia del Gambero Rosso, uscita, in concomitanza con la riapertura, quasi come una proposta a ricominciare con nuovo entusiasmo dal meglio che abbiamo.
Sfogliare la decima edizione di Oli d’Italia, che ha raggiunto il traguardo del numero tondo in un momento tanto complesso quanto pieno di speranza, è il modo semplice di immergersi e navigare nel ricco mare dell’alta qualità, da sud a nord, e averla a portata di mano in modo chiaro, efficace, pratico e fruibile da tutti, in doppia lingua, italiano e inglese.
Nella guida si trovano 448 aziende recensite e 750 oli premiati. “Di questi, 161 hanno ottenuto il massimo riconoscimento delle Tre Foglie e 28 hanno ricevuto i Premi Speciali, a cui si aggiungono sei aziende che hanno ottenuto la Stella, ovvero che hanno preso le Tre Foglie per 10 anni di fila” – rivela il curatore di Oli d’Italia Stefano Polacchi. Quest’anno sono tantissime anche le etichette premiate con Due Foglie Rosse, cioè giunte in finale e sul limite del massimo riconoscimento, ci spiega, e difatti 450 etichette hanno raggiunto un punteggio che indica ‘oli molto buoni e dall’armonia perfetta’. “In pratica – continua – quasi un’etichetta per azienda, che non è poco, e parliamo di circa la metà degli extravergini degustati e pubblicati in guida, mentre gli altri, quelli con Una Foglia, sono comunque giudicati come ‘oli più che discreti e interessanti’”.
Sono inoltre ben un centinaio le etichette con il miglior rapporto Qualità/Prezzo, cioè che hanno ottenuto Tre Foglie o Due Foglie Rosse e costano da 10 a 20 euro/litro o che hanno le Due Foglie e costano fino a 10 euro/litro. “Come per il vino, possiamo tranquillamente dire che quello italiano è l’olio di qualità meno caro al mondo – svela il curatore – il prezzo di un’etichetta spagnola o greca, ma anche cilena o neozelandese o sudafricana, a parità di qualità organolettica e di correttezza di prodotto è decisamente molto, molto più elevato. Ma non sveliamo altro – conclude Polacchi – non vogliamo togliere il gusto ai lettori di scoprire tutto quello che offrono le quasi 500 pagine della nostra guida”.
Oli d’Italia 2020 è disponibile online e in libreria a 13,90 euro