Gianfranco Rosi – Leone d’Oro con Sacro Gra, Orso d’Oro e Nomination agli Oscar con Fuocoammare – torna al Festival di Venezia in Concorso con Notturno, girato nel corso di tre anni trascorsi sui confini fra Siria, Iraq, Kurdistan, Libano.
“Non vi dovete aspettare immagini di cadaveri, distruzioni e combattimenti che abbondano nei reportage”, ha precisato Alberto Barbera in conferenza stampa di presnetazione della 77esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. “Rosi si interessa della situazione degli individui, alla ricerca di un linguaggio cinematografico puro ed essenziale.
Notturno dà voce ad un dramma umano che trascende le divisioni geografiche e il tempo dei calendari; illumina, attraverso incontri e immagini, la quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all’apocalisse omicida dell’ISIS. Storie diverse, alle quali la narrazione conferisce un’unità che va al di là dei confini. La guerra non appare direttamente: la sentiamo nei canti luttuosi delle madri, nei balbettii di bambini feriti per sempre, nella messinscena dell’insensatezza della politica recitata dai pazienti di un istituto psichiatrico. Un cantore di strada intona le lodi dell’Altissimo. Un bracconiere fra i canneti e i pozzi di petrolio. La grazia delle guerrigliere peshmerga. I terroristi dello Stato Islamico in carcere. L’angoscia di una madre yazida per la figlia prigioniera. Alì, adolescente, che fatica per portare il pane ai suoi fratelli… Tutt’intorno, e dentro le coscienze, segni di violenza e distruzione: ma in primo piano è l’umanità che si ridesta ogni giorno da un notturno che pare infinito. Notturno è un film di luce dai materiali oscuri della storia.
«Durante tre anni di viaggio in Medio Oriente, – racconta Rosi – ho incontrato le persone che vivono nelle zone di guerra. Ho voluto raccontare le storie, i personaggi, oltre il conflitto. Sono rimasto lontano dalla linea del fronte, ma sono andato laddove le persone tentano di ricucire le loro esistenze. Nei luoghi in cui ho filmato giunge l’eco della guerra, se ne sente la presenza opprimente, quel peso tanto gravoso da impedire di proiettarsi nel futuro. Ho cercato di raccontare la quotidianità di chi vive lungo il confine che separa la vita dall’inferno».
La regia, fotografia e suono sono di Gianfranco Rosi, il montaggio di Jacopo Quadri, con la collaborazione di Fabrizio Federico. Il film è una produzione 21Uno Film – Stemal Entertainment con Rai Cinema, con il contributo di Dg Cinema e Audiovisivo – Mibact e con il supporto di Eurimages, in associazione con Istituto Luce – Cinecittà, prodotto da Donatella Palermo per Stemal Entertainment e Gianfranco Rosi per 21Uno Film.