Sono stati pubblicati sul sito del Globo d’Oro i video delle premiazioni della 60ma attesissima edizione di uno premi più antichi e prestigiosi del cinema italiano, assegnati da una giuria di più di cinquanta corrispondenti dell’Associazione Stampa Estera in Italia. Come in un film, per restare in tema, il comitato del premio, presieduto da Alina Trabattoni di Eurovision e Claudio Lavanga di NBC NEWS, ha raccontato e presentato i vincitori attraverso un viaggio nel cuore della città di Roma. I premi, infatti, sono stati consegnati ai vincitori in alcune delle sale cinematografiche della Capitale, ancora chiuse a causa del Coronavirus, un’iniziativa della Stampa Estera per dare sostegno ai cinema e al Cinema in questo momento difficile. Le premiazioni sono state filmate e montate da Silvio Puccio: una suggestiva carrellata di clip intime ed emozionanti, nelle quali le stelle del cinema italiano vanno oltre i canonici ringraziamenti, e riempiono i cinema vuoti delle loro parole e speranze.
«Non c’è posto migliore delle sale cinematografiche per celebrare il Cinema italiano – spiegano Lavanga e Trabattoni – soprattutto in un momento difficile come questo. Speriamo che aver fatto entrare per primi, nelle sale chiuse durante il lockdown, i protagonisti del cinema italiano sia di buon auspicio per il futuro».
Un vero trionfo della tradizione favolistica e narrativa che si apre con la doppietta dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo, che con il loro Favolacce hanno ricevuto i premi alla Migliore Sceneggiatura e alla Miglior Regia. Tra le poltrone dello stabile Quattro Fontane, nell’omonima via nel centro di Roma, i registi hanno ribadito quanto sia importante incontrarsi in un cinema in questo periodo:
«Il Quattro Fontane è un cinema che amiamo tantissimo – raccontano – è come fosse un parente, siamo onorati di celebrarlo con questo premio. Scoprire come questo film sia stato riconosciuto da chi appartiene ad altre culture, riuscendo a connettersi con i temi in senso universale, è per noi motivo di grande soddisfazione».
A sbancare come Miglior Attore è Pierfrancesco Favino per la sua interpretazione in Hammamet, l’attore romano stringe il premio seduto su una delle poltrone del Greenwich a Testaccio, il suo quartiere. Qui lancia un messaggio perché le barriere che bloccano oggi i cinema e lavoratori dello spettacolo cadano presto:
«Ricevere questo premio rappresenta un’occasione unica per me – racconta Favino – soprattutto in questo momento in cui il cinema vive una situazione difficile. Ho scelto questo cinema perché è il cinema del mio quartiere, non vedo l’ora che cadano queste distanze, queste barriere, e che si torni a dire “zitti!” nel buio della sala, gomito a gomito».
Il volto femminile a vincere la statuetta come Miglior Attrice è Valeria Bruni Tedeschi, protagonista di Aspromonte, la terra degli ultimi che ha salutato i giurati con il suo contagioso sorriso:
«Questo premio è stata una bella sorpresa, il film di Mimmo Calopresti lo trovo bellissimo – spiega l’attrice – La nostra amicizia è fondamentale per me e questo Globo d’Oro è come un albero sul nostro cammino. Il premio è un riconoscimento, essere premiati è come ricevere delle carezze, è come incontrarsi, e per me il cinema è prima di tutto l’incontro».
Incanta The New Pope di Paolo Sorrentino per la categoria della Miglior Serie TV, e per la nuova categoria Miglior Commedia vince il già campione di incassi e critica Tolo Tolo, diretto da Luca Medici, in arte Checco Zalone.
«Ricevere un premio dalla Stampa Estera in un momento difficile come questo è importante – commenta Medici nel suo video, indaffarato a parlare mentre pulisce disinvolto il premio con il gel disinfettante – soprattutto come segno della fiducia tra i popoli che in questo momento viene a mancare». Riuscendo ancora una volta a regalare un momento di grande ilarità, quella stessa che lo distingue e che gli è valsa la nomina e la vittoria.
Musa e icona della storia del cinema italiano, Sandra Milo riceve negli studi di Cinecittà il premio alla Carriera:
«Non voglio piangere – ride commossa la Milo – un riconoscimento così bello e prestigioso mi emoziona e riempie d’orgoglio, e poi riceverlo qui, nel tempio dell’arte straordinaria che è il Cinema. Il Cinema ha bisogno di gente e di vita, vive sullo schermo e vive nella platea, è una delle più belle espressioni della vita».
Il Miglior Film votato è stato Volevo nascondermi, la storia del pittore Antonio Ligabue diretta da Giorgio Diritti. Il regista è stato accolto tra le file del Tibur, nel quartiere di San Lorenzo, un cinema storico e di resistenza culturale nel quale il regista ha voluto ricordare proprio l’importanza di riaprire e far ripartire il cinema:
«È un grande onore ricevere questo riconoscimento – afferma Diritti – che ha un enorme valore nel nostro paese e all’estero. Questo premio ha senso che sia anche una buona occasione per far ripartire il cinema, io lo sento come un segno per tutti quanti, come me, amano il cinema e amano calarsi nel silenzio per condividere un sogno, un’immaginazione, un’esperienza».
Ed è ancora il suo film che vince anche la Miglior Fotografia, firmata da Matteo Cocco, ospitato nella sala dell’InTrastevere di Trastevere.
«Sono un italiano che vive all’estro – racconta Cocco – mi emoziona e mi onora ricevere questo premio proprio dall’Associazione della Stampa Estera in Italia, ha un grande significato per me. Ritrovarmi poi in una delle sale che più ho frequentato e scoprirla vuota è per me motivo di grande tristezza, penso che questo premio debba essere di buono auspicio per la rinascita del cinema e delle sale cinematografiche».
La categoria Giovane Promessa ha premiato Virginia Apicella, protagonista di Nevia, che ha ricevuto negli spazi del Farnese, a Campo de’ Fiori, il suo primo Globo d’Oro:
«L’ultima volta che sono entrata qui è stato per la prima del film – ricorda l’attrice – c’era tantissima gente, mentre oggi, ecco, oggi non c’è nessuno. Vorrei che tutto tornasse a quella sera magica, e spero che tutto migliori presto».
Ed è il film Picciridda di Paolo Licata a ricevere il riconoscimento come Miglior Opera Prima, aggiudicandosi anche la Miglior Colonna Sonora, firmata da Pericle Odierna. Per la categoria dei Documentari il premio va Vulnerabile bellezza, di Manuele Mandolesi e, per i Cortometraggi, L’amore oltre il tempo, di Emanuele Pellecchia. Chiude un’eccellenza, il costumista di fama mondiale, Carlo Poggioli, insignito del Gran Premio della Stampa Estera.
Come per una proiezione, questo virtuale informale gala del Globo d’Oro è stato un viaggio immaginario nel cinema di ieri e di oggi, un gesto simbolico per richiamare l’attenzione sull’importanza di dare voce e spazio al mondo dello Spettacolo, motore dell’economia e del cuore culturale del Paese.