L’apertura al pubblico di “Shipwreck Crime”, mostra personale del fotografo Italo Rondinella, che avrebbe dovuto inaugurare sabato 7 marzo all’interno degli antichi Magazzini del Sale, messi a disposizione dalla Reale Società Canottieri Bucintoro 1882, a Venezia, è stata rimandata al 14 marzo. Mentre, l’evento speciale alla presenza dell’artista è stato posticipato al 21 marzo alle ore 15, a causa delle misure adottate per fronteggiare l’emergenza sanitaria.
La mostra è formata da 44 fotografia e 44 oggetti personali, appartenuti alle centinaia di persone che negli ultimi anni, nella speranza di raggiungere il territorio europeo, hanno tentato di attraversare il breve tratto di mare che separa la costa turca dall’isola greca di Lesbo, ma molti di loro non ce l’hanno fatta. Gli oggetti, tra cui abiti, scarpe, biberon e salvagenti, sono stati fotografati dall’autore nel momento in cui sono stati rinvenuti a riva e subito dopo raccolti per formare, insieme con le immagini, il corpus di questa mostra. Il suo scopo è, infatti, quello di restituire dignità a quelle storie anonime a cui quegli oggetti appartenevano.
Il progetto è stato realizzato a più di due anni di distanza da quando il flusso migratorio dalla Turchia ha vissuto il suo picco più alto.
In quel tratto di costa turca, tra Babakale e Ayvalik, si alternano a singhiozzo spiagge turistiche, a tratti vuote, dove sono stati trovati gli oggetti dei naufraghi. Proprio per rappresentare queste due realtà parallele, l’autore ha valuto includere, negli spazi della mostra, il sonoro della spiaggia frequentata dai bagnanti, appositamente registrato dal vivo. Il percorso espositivo è, inoltre, arricchito dal contributo narrativo di Anna Lucia Colleo.
Il solco emotivo che separa queste due realtà parallele sullo stesso palcoscenico, la spiaggia, secondo l’autore, esprime una metafora della rappresentazione mediatica della vicenda umana dei migranti che perde la sua naturale dimensione compassionevole per diventare mera descrizione di un fenomeno. Per l’autore infatti, questo non è un progetto sul fenomeno migratorio, bensì sulla commozione.
La mostra, che rimarrà aperta dal 14 marzo fino al 15 aprile 2020, è patrocinata dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), UNICEF Italia, Regione del Veneto, Comune di Venezia, Università Ca’ Foscari (Dip. di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea), Ateneo Veneto.
Italo Rondinella è un fotografo e filmmaker italiano residente in Turchia ormai da anni. Alterna il suo lavoro di giornalista, attraverso la produzione di reportage fotografici e video documentari, a una ricerca più personale. I temi da lui trattati, in entrambi i casi, hanno prevalentemente a che vedere con i conflitti del mondo globale contemporaneo, le sfide a esso connesse e i conseguenti cambiamenti sociali e politici. La sua mostra personale sulla biodiversità agroalimentare, commissionatagli dal progetto DYNAVERSITY, finanziato dall’Unione Europea, è in corso in diversi spazi espositivi, sia in Italia che all’estero.
Tutti i lavori di Italo Rondinella sono raccolti nel suo sito: italorondinella.com