“Sono un alcolizzato, un tossicodipendente, un drogato e un bulimico”, dice Elton John (Taron Egerton) nel corso di una terapia di gruppo in un centro di riabilitazione. È vestito di un fiammante costume arancione e paillettes con ali, corna e piume. Un abbigliamento stravagante ed esagerato perché John è una personalità esagerata e grande. Un uomo che ha venduto oltre trecento milioni di dischi.
Diretto da Dexter Fletcher, chiamato a completare Bohemian Rhapsody dopo il licenziamento di Bryan Singer, “Rocketman”, presentato alla 72esima edizione del Festival di Cannes, non è Bohemian Rhapsody. Non intende restituire una versione edulcorata del genio creativo di Elton John ma vuole essere profondamente disturbante e, proprio per questo, rischia di non essere adatto a tutti. La storia di Reginald Dwight, che da pianista prodigio diventa una superstar internazionale, è svelata al pubblico attraverso una serie di flashback: gli anni come allievo presso la Royal Academy of Music, la collaborazione con Bernie Taupin, il successo, ma anche e soprattutto il lato oscuro di una delle pop star più famose di sempre.
Non amato dai suoi genitori, in particolare da suo padre che abbandonò la famiglia quando era piccolo, John è la classica rock star autodistruttiva, l’uomo che ha tutto e non vuole nulla, o forse sì. Vorrebbe l’amore, quello normale invece è adorato da milioni di persone, ma si sente solo, vuoto e distrutto. Rocketman è un tributo affettuoso e comprensivo ad un personaggio che il pubblico ha imparato a conoscere come un eccentrico perfomer. Il film non tira pugni quando si concentra sulla personalità mercuriale di Elton e sulle sue lunghe lotte contro l’alcol e la profonda solitudine. E ha un occhio di riguardo quando parla apertamente della sua sessualità.
Alcuni dei brani più famosi del musicista britannico sono utilizzati principalmente per spingere la narrazione e illustrare i trionfi e le tribolazioni di John. Il set iniziale di Alright for Fighting di Saturday Night è un’euforica esibizione di corpi in una fiera. Seguono Crocodile Rock, la prima canzone di Elton ad arrivare al primo posto nella classifica americana e in quella di molti altri paesi, e poi Your Song, Benny and the Jets e Goodbye Yellow Brick Road.
Rocketman cerca di rispondere alla domanda: “Chi è Elton John?” Il risultato è un film fantastico, strano, immensamente commovente per una vita ai limiti di tutto. Come ha scritto Elton su The Guardian qualche giorno fa “La produzione voleva tagliare un po’ i toni di sesso e droga, ma non ho vissuto una vita adatta a minorenni quindi ho voluto che si lasciasse tutto. Sono stato al cinema e dopo 15 minuti di film ho iniziato a piangere in quel modo emotivo e senza protezione, il lavoro che hanno fatto è eccezionale”.