Mentre a Torre Annunziata (Na), proprio stamane, è stata sgominata una banda di spacciatori che utilizzava minori di 14 anni come corrieri per nascondere cocaina o per consegnarla ai clienti, La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi, unico film italiano in concorso alla 69esima edizione del Festival di Berlino per l’Orso d’oro, continua a raccogliere consensi tra pubblico ed addetti ai lavori. Tratto dall’ultimo libro di Roberto Saviano, sceneggiatore peraltro insieme a Maurizio Braucci e allo stesso regista, è narrazione filmica senza debiti con la realtà. Ambientato a Napoli, impiega un cast di giovanissimi attori non professionisti: il sorprendente Francesco Di Napoli (Nicola, il baby boss dei paranzini), Artem Tkachuk (Tyson), Alfredo Turitto (Biscottino), Ciro Vecchione (O’Russ), Ciro Pellecchia (Lollipop) e Mattia Piano Del Balzo (Briatò). Il racconto, al di là del canovaccio atteso, mette in ripresa la vita ed i sogni di gloria deviata di un gruppo di minorenni: soldi, pistole di vendetta e di potere, droga. La scenografia è il rione Sanità di Napoli: una delle zone più popolari della città; dove i fasti di una storia cominciata nel XVI secolo restano in tracce.
Nelle parole del regista, il topic del film è ancora la ‘perdita dell’innocenza’ attraverso il binomio ‘gioco-guerra’: il film inizia proprio con il furto di un albero di Natale, (sappiamo dalla cronaca che il ‘fatto’ a Napoli si ripete da qualche anno). Un gioco che introduce poi alla competizione violenta per la conquista del territorio con tutto un carico di tragedia, dramma e miseria. Attraverso gli occhi, i volti, le espressioni degli adolescenti, Giovannesi costruisce il profilo di una realtà che Saviano sottolinea superare la geografia partenopea: ‘La Camorra è l’unica struttura che accetta dei giovanissimi ai vertici. Eppure per questi ‘paranzini’, ragazzini criminali diventati comuni in tanti paesi del mondo, dall’Albania al Brasile, c’è un’aspettativa di vita pari a quella nel Medioevo. Questo sembra non essere un problema’. Più che una rivisitazione di Gomorra, La paranza dei bambini, in proiezione nelle sale dal 13 febbraio, è sì una finestra sulla deriva criminale di gruppi di giovanissimi, ma è anche un accennato atto di accusa nei confronti degli adulti. Ubriachi di solitudini, sconfitti dai nostri fallimenti, dalla pigrizia del pensiero, gli adulti sono complici e parassiti in una realtà senza più castelli di sabbia da costruire sul bagnasciuga.