Laura Cini, regista del documentario L’isola del castigo, racconta la storia di giovani donne ugandesi che sono riuscite a scampare alla morte sull’isola di Akampene per aver infranto il tabù del sesso prima del matrimonio. “Secondo la tradizione, confinarle su questo minuscolo fazzoletto di terra sul lago Bunyonyi,era l’unica via d’uscita per riguadagnare il rispetto della comunità. Un destino atroce a cui riuscivano a sottrarsi solo nei casi in cui un uomo che non aveva mucche per pagare la dote andava sull’isola a cercare moglie.
https://thespot.news/2018/07/lisola-del-castigo-dove-le-ragazze-incinte-venivano-lasciate-morire/
Nel 1971 il regista Giuliano Montaldo realizza un film sulla incredibile vicenda di Sacco e Vanzetti. Il film omonimo diventa subito un manifesto contro l’intolleranza, l’ingiustizia, la pena di morte. “In America Sacco e Vanzetti sono stati subito bollati come anarchici, di sinistra. Per loro anarchia significava, invece, battersi per la difesa dei diritti. Mentre la paura che il virus comunista potesse contagiare il Paese, grazie a nuovi immigrati, ha portato ad accelerare la ingiusta condanna di due persone. E’ stato un esempio per tutto il popolo americano”.
https://thespot.news/2018/10/intervista-al-maestro-giuliano-montaldo/
Dopo sei dischi e collaborazioni importanti, Tiziano Ferro, Chiara Civello, Ana Carolina solo per citarne alcune, nel 2018 Diana Tejera è tornata per incantare gli amanti della musica autoriale con un terzo album da solista. Mi fingo distratta è il titolo di questa ultima prova da funambola, suadente, come ci si aspetta da un’artista complessa ed elegante. “Un lavoro che racchiude i cambiamenti che mi hanno accompagnata, quelli che ho indossato, lasciano tracce nei testi delle canzoni e credo si avverta. Nel mio modo di vivere l’amore, se volto lo sguardo indietro, mi vedo forse più ‘scomposta’ nelle reazioni alla fine di una relazione”.
https://thespot.news/2018/11/mi-fingo-distratta-facendo-quattro-chiacchiere-con-diana-tejera/
Nel cortometraggio ‘U Muschittìeri’, il regista Vito Palumbo narra di un momento della vita di Giovanni Falcone. Perché anche lui è stato bambino, e come tutti i bambini ha avuto paura: del buio, delle cattive sensazioni, del mondo. “Quando ho mostrato il cortometraggio a Maria Falcone ero teso, in un totale stato di ansia perché sapevo che quella sarebbe stata la vera prova da superare. Poi Maria ha detto di essersi emozionata nel vedere negli occhi del nostro piccolo protagonista, la stessa luce degli occhi di suo fratello ed è stato davvero emozionante”.
https://thespot.news/2018/12/u-muschittieri-intervista-al-regista-vito-palumbo/
“Igniorante’, con la ‘i’ incastonata tra la ‘n’ e la ‘o’, è l’album di esordio per una giovane attrice, compositrice e pianista. Erica Banchi racconta che il bello di essersi autoprodotti un disco è che non si ha l’obbligo formale di ringraziare gente che non si ama. “Scegliere di auto produrre questo album è una scommessa e se vuoi, così facendo, soddisfo un’esigenza. Da una parte è un modo per mettere alla prova un mondo in cui lo scambio tra arte e denaro può rendere anche schiavi e in qualche modo servi della dinamica”.
https://thespot.news/2018/12/dialoghi-in-note-una-conversazione-con-erica-banchi/