Più che ad un documentario, siamo davanti ad un’opera ricercata di ricapitolazione teorica in grado di restituire il senso critico e l’intento che spinse, negl’anni ’60, un gruppo di cineasti a dar vita ad una corrente cinematografica pregna di significato.
E’ il Cinema Novo brasiliano nato dalla passione di, per citarne alcuni, Glauber Rocha, Joaquim Pedro de Andrade, Nelson Pereira do Santos, Leon Hirszman, Ruy Guerra, Walter Lima Jr., Paulo César Saraceni che, attraverso il cinema, perpetuavano una lotta e una denuncia contro il mondo che li circondava.
A raccontarci di quegli anni è Eryk Rocha (figlio di Glauber) che, nel documentario dedicato proprio alla nuova onda che colpì il Brasile negli anni ’60, ripercorre quelle che sono state le gesta di un cinema fatto da “un’idea in testa e una macchina da presa in mano” (così come recitava il Manifesto) e in grado di scuotere le coscienze, perché si parlava dei soprusi, dell’esasperazione degli emarginati, della fame dei contadini e di un mondo sconosciuto, ai più, sino ad all’ora.
‘Cinema Novo’, questo il titolo dell’opera premiata come miglior documentario al festival di Cannes 2016, è stato presentato al Cineporto di Bari durante il Bari Brasil Film Fest aprendo ufficialmente la mostra di cinema e cultura brasiliana promossa dall’associazione culturale Abaporu e sostenuta, tra le altre, dall’Apulia Film Commission.
Nel suo lavoro Rocha ripercorre un’epoca lasciando parlare le immagini, decidendo di affidarsi completamente al montaggio, vera forza di questo lavoro, per riproporre un movimento di denuncia e mutazione per l’intero panorama cinematografico mondiale.
Interviste e immagini di repertorio scorrono per 92’ con lo scopo di far immergere lo spettatore in una dimensione, in una lotta, nella forma mentis tipica del Cinema Novo Brasiliano. Un modo per ripercorre quelle emozioni per non dimenticare e per far sì che il discorso politico di quei registi possa valere ancora oggi.
La bellezza delle immagini scelte è incredibile e lo spettatore viene travolto a tal punto che la visione si rivela, ad un certo punto, un sovraccarico di testimonianze spesso non intellegibile ai più ma rivolta ad un pubblico cinefilo esperto. Questo, però, non preclude la visione ad un pubblico ampio in grado di cogliere la passione e la veemenza dello spirito tipico del Cinema Novo brasiliano.