A volte la musica semplicemente arriva. Joan Wassler, in arte Joan As Police Woman – “perché mi ero tinta di biondo platino e una mia amica mi disse che assomigliavo ad Angie Dickinson di una serie poliziesca degli anni Settanta” – si diverte a sperimentare come se si trovasse perennemente sulle montagne russe. Dopo Real Life del 2006, che rimane pur sempre un album- rivelazione in termini di puro impatto emotivo, The Deep Field del 2011, dove si respirava romanticismo in ogni canzone, The Classic del 2014, un miscuglio delizioso di soul-funk-jazz, e rhythm&blues, e Let It Be You, del 2016 per festeggiare una decade di successi internazionali, ecco Damned Devotion.
“Questo disco è più scuro e riflessivo – dice Joan Wasser, l’anima più rock e inquieta nell’olimpo delle cantautrici contemporanee. La sua voce a “fuoco lento” è in grado di gestire qualsiasi cosa, dai lamenti da torcia all’epopea del pop, fino allo stile R & B degli anni ’70.
“Il titolo è certamente drammatico, ma è un tema a cui ho pensato per tutta la mia vita: com’è possibile vivere una vita devota senza diventare pazza o perdere la testa? Senza rimanerne feriti e, quindi, in qualche modo, maledetti per sempre?” Già nota per le sue emozionanti performance e i suoi testi aspramente onesti, “Damned Devotion” ci mostra la versione più ‘cruda’ di Joan. La cantautrice chiama il grande Leonard Cohen per la traccia “The Silence” dove il verso “e mi viene detto che le ferite sono dove entra la luce”, diventa una sorta di mantra per affrontare i dolori della devozione. Mentre “Tell Me” è un appello per una maggiore onestà tra amanti.
Ma non sono solamente i testi ad essere cambiati: “Ho sempre cercato nuovi modi per comporre canzoni più selvagge e libere” ha spiegato Joan. “In questo disco ho sperimentato molto di più con le percussioni, modificando e manipolando i beat di Parker Kindred”. Il mio motto è: se sembra spaventoso parlarne allora va sicuramente detto”.
Così l’amazzone di New York cresciuta nel Connecticut in una famiglia adottiva, salirà sul palco dell’Auditorium Parco della Musica di Roma il 28 marzo ,con la grinta e il carisma che la caratterizza da sempre per la sua seconda data in Italia dopo quella di Milano. Sembra che il momento difficile sia passato e, almeno per ora, l’amore per Joan è in gran parte un gioco vincente. E Damned Devotion traccia perfettamente il profilo di una donna che pur soffrendo non intende cadere nel vittimismo.