Perché non mi racconti qualcosa del tuo mondo? È così che tutto ha avuto inizio. La richiesta diretta e semplice per capire cosa si nasconde dietro il mondo della miscelazione e del bartending. La curiosità di capire quali sono i cocktail che hanno segnato la storia e fatto il giro del mondo creando intorno alla figura del barman, così si chiamava in Italia fino a poco tempo fa, il personaggio che dietro al banco bar soddisfava tutte le richieste dei sui clienti con stile, classe, eleganza, umiltà e discrezione. Ora si definiscono bartender, bar chef, mixologist, (in sintesi minchiologist), creando cocktail adatti per ogni momento della giornata, (mi dicono che la s del plurale della lingua di Albione non si usa più è fuori moda) ah come passano in fretta però le mode…
Ecco i cocktail, quelle bevande allegre e colorate di cui si parla tanto da qualche tempo per indicare quello che sembra essere diventato uno dei momenti più importanti della vita sociale al di fuori dai social network, quelle miscele che si bevono all’Happy hour (altra moda) su cui magari ci soffermeremo in una prossima occasione.
Ebbene il cocktail può essere molto più di una bevuta. Sull’origine del nome esistono tanti libri che contegono storie molto fantasiose. Anche perché, va detto, non sono certo così chiare: di certo c’è solo il fatto che alla base di un cocktail c’è uno “spirito” non solo in senso alcolico.
Com’è nata l’idea di mescolare più ingredienti per crearne una nuova? Nulla a che fare con gli intrugli che si preparano in modo approssimativo e spesso anche deleterio in molti locali italiani solo per attirare i giovani, “perché tanto non capiscono nulla”.
Le sorprese cominciano con le motivazioni. I cocktail sono nati per far bere alcol a chi l’alcol non lo beveva. Le prime tracce ci portano all’inizio del 1800 ai tempi in cui per rendere bevibile i ruvidi whiskey distillati negli stati del Nord America i baristi più avveduti si accorsero che era meglio smorzarne la forte alcolicità grezza con gocce di essenze tipo l’Angostura, zucchero e acqua e aggiungendo una ciliegina candita al maraschino e la fetta di lime o limone per permettere al palato di non essere aggredito. È così che nasce l’Old Fashioned (1), il cocktail per antonomasia- Una miscela composta da pochi elementi che consentiva di vendere l’acqua allo stesso prezzo dell’alcol, mica male come idea no? Data la lunga vita e popolarità di questa bevanda, ne esistono un numero incredibile di varietà in tutto il mondo.
Iniziamo il nostro viaggio con il Manhattan(2), uno dei cocktail più bevuti nel mondo a base di whiskye che può essere servito come aperitivo oppure per un dopo cena informale con gli amici. Si narra che l’inventore di questo aperitivo fosse un barman del Manhattan Club di New York (da cui il nome), che lo avrebbe preparato per la prima volta nel 1874, nella ricetta originaria veniva utilizzato solo Rye whiskey, ma oggi viene spesso sostituito con un whiskey canadese. A questo si ispira un altro grande classico il Rob Roy (3). La leggenda più accreditata vuole che sia stato creato da un Barman al Waldorf Astoria Hotel di New York , in occasione della prima serata dell’ opera lirica dedicata a Robert Roy McGregor (1671 – 1734) eroe popolare soprannominato “Rob Roy” o “Red Robert” per i suoi capelli rossi, all’ Herald Square in Broadway per servire un aperitivo a Lord Wiston Churcill che preferiva il whisky scozzese a quello americano. E poi c’è il cinema che ha contribuito ad accrescere la popolarità di questo fortunato cocktail. Chi non conosce la famosa battuta dell’attore Martin Short in occasione di una visita dal suo medico: “Ma dottore, io mangio un sacco di frutta. Metto sempre tre ciliegine in ogni Manhattan!”.
[1] OLD FASHIONED Digestivo
4 cl Whiskey 2 gocce di Angostura 1 zolletta di zucchero Seltz
Preparazione: Frullino, Tumbler basso o old fashioned,
decorazione: 1/2 fetta di limone, 2 ciliegine rosse
[2] MANHATTAN Aperitivo
5.0 cl di Rye whiskey
2.0 cl di vermouth rosso
1 goccia di angostura
Preparazione: si prepara mescolando (senza agitare) gli ingredienti all’interno del mixing glass con 2/3 di ghiaccio
Si serve in coppa da cocktail tipo “Martini” ghiacciata.
decorazione: una ciliegina al maraschino.
[3] ROB ROY Aperitivo
4,5 cl Scotch Whisky
2.5 cl Vermouth rosso
1 goccia di Angostura
Preparazione: si prepara mescolando (senza agitare) gli ingredienti all’interno del mixing glass con 2/3 di ghiaccio
Si serve in coppa da cocktail tipo “Martini” ghiacciata.
decorazione: una ciliegina al maraschino.