Il 5 e il 6 dicembre il Teatro Brancaccio ospita una nuova versione de Lo Schiaccianoci che si inserisce nel solco delle reinterpretazioni contemporanee dei classici. La coreografa Alessia Gatta e il maestro Manuel Paruccini scelgono di avvicinarsi al titolo con un equilibrio raro: rispettano la struttura originaria e la partitura di Čajkovskij, ma introducono un linguaggio scenico che permette al balletto di dialogare con il presente senza perdere la sua identità.
La storia si sposta dal salotto borghese della tradizione a un luna park abbandonato, un luogo sospeso, che diventa metafora di ciò che resta in bilico tra infanzia e età adulta. Nella notte di Natale il parco si riaccende, restituendo a Clara una dimensione fantastica che procede per epifanie e ricordi. La drammaturgia insiste sulla relazione tra ciò che è stato e ciò che continua a chiedere spazio: un equilibrio tra desiderio, memoria e necessità di lasciar andare.
In questo contesto visivo, anche i personaggi cambiano funzione. Lo Schiaccianoci abbandona l’immagine del soldatino per diventare un aviatore, figura di movimento e slancio, presenza che accompagna Clara come guida immaginaria verso un altrove possibile. Drosselmeyer, invece, perde parte della sua aura enigmatica e diventa una sorta di custode delle radici emotive, il riferimento domestico a cui si ritorna quando il viaggio interiore trova un punto di atterraggio.
Sul palco si alternano ventitré danzatori provenienti da diverse realtà italiane, insieme ai giovani interpreti del W.O.M. International Dance Training. Il ruolo di Clara è affidato a Maria Pia Bruscia, mentre Samuele Bazzano interpreta lo Schiaccianoci. La dimensione familiare della protagonista è costruita attraverso le presenze di Vanessa Guidolin e Daniele Toti, mentre Lorenzo Caldarozzi dà corpo a un Drosselmeyer più terreno, meno magico e più legato alla sfera degli affetti. Alessio Saccheri interpreta il Re dei Topi, figura che conserva l’ambivalenza originaria tra minaccia e caricatura.

Le due serate accolgono inoltre ospiti internazionali: il 5 dicembre sono attesi due interpreti della Compañía Nacional de Danza di Madrid, il 6 dicembre due giovani solisti del Bayerisches Staatsballett. Tre di questi danzatori sono italiani che hanno costruito la loro carriera all’estero e tornano in scena in patria proprio per questa produzione, creando un passaggio simbolico tra formazione, migrazione artistica e ritorno.
Nelle parole di Gatta, questo Schiaccianoci nasce da un ascolto attento del titolo originale più che dalla volontà di contraddirlo. Paruccini parla invece di una grammatica coreografica che lascia convivere l’istinto del movimento con la struttura del balletto classico, mantenendo il passo a due finale nella forma tradizionale come ponte tra ciò che rimane e ciò che cambia.
Il progetto si colloca all’interno di Futuro Roma – Festival Internazionale di Danza e Cultura Contemporanea, diretto da Gatta, che negli ultimi anni ha ampliato il proprio raggio d’azione coinvolgendo quartieri della città, scuole, spazi pubblici e realtà della provincia. L’attenzione verso le nuove generazioni e verso la costruzione di un pubblico consapevole fa da cornice all’intera produzione.
Questo Schiaccianoci propone quindi una lettura che non aspira a riformulare il mito, ma a interrogare il modo in cui un classico può continuare a parlare alle sensibilità contemporanee. La notte di Clara si trasforma così in un viaggio che alterna fragilità e scoperta, e il balletto diventa un luogo di passaggio tra un immaginario che conosciamo e uno che siamo ancora disposti, forse, a esplorare.

















