E’ arrivato al cinema, Wicked: For Good – secondo capitolo dell’adattamento cinematografico del musical di Broadway. Il film diretto da Jon M. Chu si affida alle interpretazioni delle due protagoniste. Ariana Grande, nei panni di Glinda, si muove tra fragilità, ansia e introspezione, offrendo un personaggio più complesso di quanto potesse sembrare sulla carta. La nuova canzone The Girl in the Bubble diventa un momento chiave: lì la trasformazione di Glinda trova finalmente una voce piena, umana.
Accanto a lei, Cynthia Erivo dà continuità al lavoro svolto nel primo film e conferma la sua Elphaba come figura centrale, capace di tenere insieme emotività e potenza vocale. Il duetto finale For Good sigilla il legame tra le due protagoniste: una scena che nel film riesce a restituire un’intensità rara, capace di coinvolgere emotivamente anche gli spettatori più distanti dal genere.
Le fragilità restano: un mondo che non avvolge del tutto
Accanto agli elogi, non mancano le perplessità. L’immersione nell’universo di Oz non è sempre totale: alcune scelte visive e narrative danno l’impressione di osservare la storia da distanza, come se il film non riuscisse a inglobare completamente lo spettatore nel suo mondo fantastico.
La struttura, pur più compatta rispetto al primo capitolo, risente della natura del materiale originale. Le canzoni del secondo atto risultano meno incisive e la tensione narrativa a tratti si diluisce, lasciando la sensazione di un’opera che procede con grazia ma senza sorprendere davvero. È un limite che il film cerca di compensare con scenografie monumentali e un uso ricco, quasi barocco, degli effetti visivi.
La regia di Jon M. Chu: spettacolo e controllo
Jon M. Chu conferma la sua propensione per i musical dal grande respiro visivo. Le sequenze corali sono costruite con precisione, senza perdere mai di vista la linea emozionale delle protagoniste. La sua regia mantiene equilibrio anche nei momenti più spettacolari, trasformando numeri complessi in scene fluide, mai dispersive.
Un universo che si espande anche fuori dallo schermo
Intorno al film cresce anche l’aspetto musicale: la soundtrack del primo capitolo continua a riscuotere successo internazionale e ha appena ottenuto quattro candidature ai Grammy Awards 2026. Nel frattempo, è stata lanciata una nuova edizione in vinile di Wicked: For Good – The Soundtrack, parte di un progetto discografico più ampio che accompagna l’uscita del film e ne estende l’esperienza sonora. Senza entrare nei dettagli delle numerose versioni disponibili, la produzione musicale dimostra come l’universo di Wicked stia vivendo un momento di espansione che va oltre il cinema, raggiungendo anche il mondo dei collezionisti e degli ascoltatori più appassionati.
Il verdetto? Un film che vive della sua coppia protagonista
Wicked: For Good rimane un’opera capace di dividere: da un lato il fascino visivo, due interpretazioni magnetiche e un finale emotivamente potente; dall’altro, una tenuta narrativa altalenante e un coinvolgimento non sempre pieno. Ma nella relazione tra Erivo e Grande – nella loro intesa, nella loro complementarità scenica – si trova il centro pulsante di un film che, pur con i suoi limiti, riesce a lasciare un segno.
In attesa che il pubblico sancisca il destino di questo secondo capitolo, una cosa appare certa: Oz continua a esercitare la sua attrazione, attraverso il cinema, la musica e una storia che, a distanza di anni, non smette di reinventarsi.

















