In programma a Roma dal 5 al 9 novembre la ventinovesima edizione del Tertio Millennio Film Fest, la rassegna ideata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e promossa con il patrocinio del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede.
Un appuntamento che, da quasi trent’anni, esplora il dialogo tra cinema, spiritualità e contemporaneità, interrogandosi su come l’immagine possa ancora raccontare il sacro nel tempo presente.
La presentazione ufficiale si è svolta all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, nello spazio Roma Lazio Film Commission, alla presenza dei direttori artistici Gianluca Arnone e Marina Sanna.
Con la conduzione del critico Federico Pontiggia, l’incontro ha messo al centro la nuova edizione del festival e la sua domanda guida: “Nel nome di chi?”, un interrogativo che attraversa identità, responsabilità e ricerca di senso nel cinema di oggi.
Ad aprire il festival sarà, il 5 novembre alle 18.00 al Cinema Teatro Don Bosco, la proiezione di The Smashing Machine di Benny Safdie, Leone d’Argento per la miglior regia alla Mostra di Venezia.
A introdurre il film sarà Gabriele Mainetti, regista e testimonial del festival.
Il film racconta la parabola di Mark Kerr, campione di arti marziali miste, sospeso tra la forza del corpo e la fragilità interiore, e inaugura il programma con un racconto di lotta e vulnerabilità che rispecchia il tema dell’edizione.
Otto i film in concorso, di cui sei anteprime italiane e una internazionale. Le opere selezionate spaziano tra sguardi, paesi e linguaggi diversi:
Agnus Dei di Massimiliano Camaiti, ambientato nel silenzio di un monastero;
Our Father di Goran Stanković, che riflette sui limiti della cura;
Hysteria di Mehmet Akif Büyükatalay, che decostruisce il concetto di sacro;
El mensaje di Iván Fund, in cui la spiritualità si insinua nei gesti quotidiani;
Reedland di Sven Bresser, immerso nel mistero della natura;
Nino di Pauline Loquès, storia di malattia e scelte intime;
Lo scuru di Giuseppe William Lombardo, dove fede e superstizione si confondono;
e Traffic, scritto da Cristian Mungiu e diretto da Teodora Ana Mihai, ispirato a un furto di dipinti realmente avvenuto nel 2012.
Accanto ai film in concorso, il festival propone percorsi di formazione e approfondimento.
Con “Giovani sguardi: fragili realtà”, quattro registi italiani under 35 – Rossella Inglese, Paolo Strippoli, Valerio Ferrara e Tommaso Santambrogio – presenteranno i loro cortometraggi, sostenuti dal MiC e da SIAE nell’ambito del programma Per Chi Crea.
A loro si affianca il laboratorio “Oltre lo schermo: il trascendente nel cinema contemporaneo”, ciclo di incontri aperti a studenti e appassionati, dedicati a come il cinema racconta oggi l’ineffabile e il mistero.
Come ogni anno, il festival si apre con il Saluto della Pace, che riunisce i rappresentanti delle principali comunità religiose presenti in Italia: la Chiesa Valdese, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, l’UCOII, la Coreis, l’Unione Buddhista e l’Unione Induista.
Un gesto simbolico che, più delle parole, racchiude lo spirito del Tertio Millennio: trovare nell’immagine un linguaggio comune, capace di unire differenze e visioni.
La manifestazione proseguirà per cinque giorni al Cinema Teatro Don Bosco, tra proiezioni, incontri e momenti di confronto, confermandosi come uno dei rari spazi italiani in cui il cinema dialoga apertamente con la fede, la filosofia e la fragilità umana.

















