C’è sempre, nelle fiabe di Emma Dante, un confine fragile tra il riso e la rovina. Con Re Chicchinella, la regista palermitana torna a immergersi nel mondo barocco, crudele e poetico di Giambattista Basile, traendo ispirazione da Lo trattenemiento de peccerelle per costruire un racconto corale che danza sull’orlo dell’assurdo.
In scena, dal 28 ottobre al 9 novembre 2025 al Teatro Argentina, un corteo di corpi, voci e ombre dà vita a una favola nera, dove il comico e il tragico si specchiano l’uno nell’altro. Un re — potente, fragile, vanitoso — inciampa in un destino grottesco: un gesto d’imbarazzante quotidianità lo condanna a convivere con una gallina che, insinuatasi nel suo corpo, si nutre di lui e gli fa deporre uova d’oro. Da quell’attimo osceno nasce una parabola sulla fame, sulla solitudine, sull’avidità che divora tutto ciò che ama.

Attorno a lui, una corte indifferente e famelica: familiari senza affetto, servi senza pietà, pronti solo ad attendere il miracolo luccicante di un uovo d’oro al giorno.
“Re Chicchinella racconta la storia di un re malato, solo e senza più speranze,” scrive Emma Dante, “circondato da una famiglia anaffettiva e glaciale che ha un solo scopo: ricevere un uovo d’oro al giorno… fino a quando non si scopre che il re e la gallina sono la stessa cosa.”
Tra barocco e carne, tra rito e farsa, Re Chicchinella diventa una metafora feroce del potere e dei suoi inganni, una fiaba che svela l’intimo grottesco della condizione umana. È l’ultimo atto della trilogia che Emma Dante dedica all’universo fiabesco di Basile, dopo La scortecata e Pupo di zucchero: un viaggio teatrale nell’animo umano, dove la poesia si mescola al corpo e la tenerezza s’infrange contro la crudeltà del reale.
Con: Angelica Bifano, Viola Carinci, Davide Celona, Roberto Galbo, Enrico Lodovisi, Yannick Lomboto, Carmine Maringola, Davide Mazzella, Simone Mazzella, Annamaria Palomba, Samuel Salamone, Stephanie Taillandier, Marta Zollet
Scene e costumi: Emma Dante
Luci: Cristian Zucaro
Assistente ai costumi: Sabrina Vicari
Foto: Masiar Pasquali