Roma non smette di interrogarsi sul turismo. Ogni epoca le ha consegnato un diverso sguardo: i pellegrini, la Dolce Vita, i congressi internazionali, le folle dei low cost. Oggi, dentro la cornice della Rome Future Week, un incontro dal titolo Visioni: per un turismo più consapevole ha cercato di andare oltre i numeri per restituire al turismo il suo significato più profondo: non semplice movimento di persone, ma valore condiviso, leva di rigenerazione per comunità e territori.
Ad aprire il dibattito, Giacomo Guzzardi, direttore generale di Le Méridien Visconti Rome & Palazzo Scanderbeg – Marriott International, ha ribaltato un paradigma: l’hotel non come contenitore neutro, ma come presidio di cultura, di identità, di sostenibilità. Così accade con Unlock Art, che spalanca ai clienti le porte del MAXXI, o con Water for Life, che trasforma i “nasoni” romani in simboli di uso responsabile dell’acqua pubblica. Piccoli gesti che dimostrano come anche l’hotellerie internazionale possa diventare parte attiva della narrazione cittadina, contribuendo a redistribuire i flussi e ad alleggerire la pressione dei luoghi più congestionati.
Se l’hotel può farsi presidio, la Regione deve essere regista. È la visione di Paolo Giuntarelli, direttore Regionale per il Turismo del Lazio: “La sfida non è solo attrarre, ma convincere a restare, a uscire dal cono di luce di piazza Navona per scoprire un Lazio diffuso, fatto di borghi, natura e autenticità”.
Belinda Bortolan, founder di BortolanCarnevali & Partners, ha avvertito che senza narrazione coerente e credibile ogni sforzo rischia di evaporare. “Non bastano slogan: serve metodo, creatività e un’identità chiara, che renda un territorio riconoscibile e credibile”. Il testimone è passato poi ai media, con Davide Desario, direttore di AdnKronos: i giornali non si limitano a descrivere, ma creano immaginari. Se lo sguardo è indulgente, il rischio è quello di un turismo-cartolina, privo di coscienza critica.
Remo Tagliacozzo, docente alla Sapienza, ha ammonito: senza formazione e competenze, ogni racconto resta parola vuota. Il sistema turistico italiano soffre di nanismo imprenditoriale e di ritardi tecnologici; senza investimenti su capitale umano e imprenditori, il futuro rischia di sfuggire.
Al contrario, Daniele Manetti di Sojern ha mostrato come i dati e l’intelligenza artificiale possano orientare i flussi e misurare l’impatto delle politiche. Non solo targeting di precisione, ma strumenti per affrontare fenomeni complessi come l’unbalanced tourism.
A portare un esempio concreto è stato Alberto Acciari, presidente di Tevere Day: per troppo tempo il fiume simbolo della città è rimasto invisibile. Oggi, grazie a un’iniziativa civica, torna a essere spazio di comunità e attrazione sostenibile, dimostrando che la rigenerazione parte da narrazioni nuove e da gesti concreti.
Infine Claudiana Di Cesare, giornalista di turismo e innovazione, ha ricordato che sostenibilità, cultura, competenze e innovazione non sono sentieri paralleli, ma pilastri che si sorreggono a vicenda. “La vera sfida non è rincorrere i flussi, ma governarli; non è puntare sulla quantità, ma sulla qualità; non è parlare di crescita astratta, ma di relazione e valore condiviso”.
La scelta del luogo non è stata casuale. Il Le Méridien Visconti Rome, nel cuore di Prati, ha ospitato l’incontro nella Sala Visconti e poi sulla terrazza del Paparazzo Bar&Rooftop, con il suo design ispirato agli anni Sessanta, omaggio alla Dolce Vita e all’icona del fotografo che in quegli anni immortalava i vip romani.
Qui i colori salmone e blu elettrico si mescolano alle geometrie morbide dei divanetti, mentre l’Executive Chef Giuseppe Gaglione e il Bar Manager Edoardo Arcesi hanno accompagnato la serata con un drink simbolico, lo S.P.Q.R.: Sustainable, People, Quality, Revolution.
Ma l’hotel stesso è parte della narrazione. Nato a Parigi negli anni Sessanta, Le Méridien ha trovato a Roma la sua unica sede italiana. Nel 2024 ha festeggiato i cinquant’anni con l’inaugurazione di due nuove “Iconic Suite”, che evocano il design degli anni Cinquanta e Sessanta – dalla lampada Arco di Flos alla macchina da scrivere Valentine di Olivetti – accanto alla modernità di soluzioni tecnologiche e comfort contemporanei. Le terrazze private, le vasche idromassaggio, le viste che spaziano da Trinità dei Monti alla cupola di San Pietro, raccontano una Roma sospesa tra passato e futuro.
È la stessa tensione che attraversa il dibattito sul turismo: come custodire l’autenticità e allo stesso tempo reinventarsi? Come restare capitale universale senza ridursi a cartolina? L’incontro Visioni non ha offerto risposte definitive, ma ha mostrato che la partita si gioca qui: tra sostenibilità e competitività, cultura e tecnologia, immaginario e realtà.