La Mostra del Cinema di Venezia ha chiuso le sue giornate con un mosaico di voci che intrecciano passato e futuro, memoria e distopia, intimità e politica. Le ultime proiezioni del 5 e 6 settembre hanno segnato il ritmo di un festival che, ancora una volta, si conferma specchio delle tensioni e delle speranze del nostro presente.
Il documentario di Robert Gordon sul Dylan di Newport (Fuori concorso)
Con Newport & The Great Folk Dream, Robert Gordon riporta al centro la leggenda di Bob Dylan e il suo passaggio all’elettrico a Newport. Non un aneddoto da collezionisti, ma una vera e propria mossa rivoluzionaria, capace di accendere conflitti e di ridefinire il rapporto tra musica, politica e ribellione.
“Silent Friend”, tre secoli e un albero per il ritorno di Enyedi a Venezia (Concorso)
Il concorso ha accolto il nuovo lavoro di Ildikó Enyedi, Silent Friend, che intreccia le vite di tre personaggi separati dal tempo ma uniti da un ginkgo millenario. Un film contemplativo, in cui l’albero diventa simbolo di memoria, continuità e mistero naturale.
Ultimo giorno: “Chien 51” fuori concorso (Fuori concorso)
La chiusura è stata affidata a Chien 51 di Cédric Jimenez. Ambientato in una Parigi futuristica dominata da un’IA, ALMA, il film porta avanti la trilogia del regista francese con un poliziesco distopico che unisce tensione narrativa e riflessione sociale.
“6:06” di Tekla Taidelli segna il cinema indipendente italiano (Notti Veneziane)
Nelle Notti Veneziane, Tekla Taidelli ha presentato 6:06, un’opera indipendente popolata da attori non professionisti, da un cane — Ayden — e da figure prese direttamente dalla strada. Un cinema che rifiuta le regole dell’industria e che restituisce autenticità e urgenza.
I premi delle Giornate degli Autori
Il 5 settembre ha visto la celebrazione delle Giornate degli Autori: Inside Amir di Amir Azizi ha conquistato il GdA Director’s Award con una meditazione intima sul quotidiano a Teheran, mentre Bearcave di Stergios Dinopoulos e Krysianna B. Papadakis ha ottenuto l’Europa Cinemas Label con una storia queer che mescola thriller e radici ancestrali nei Balcani.
Il Leoncino d’Oro va a “The Voice of Hind Rajab” (Mostra del Cinema, premio collaterale)
Tra i momenti più forti, il trionfo di The Voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania. Applaudito per ventitré minuti, il film ha conquistato il Leoncino d’Oro della giuria studentesca e una segnalazione UNICEF, confermandosi come evento politico di questa edizione.
“On the road” di David Pablos si aggiudica il Queer Lion (Orizzonti)
Il Queer Lion è andato invece a On the road (En el camino) di David Pablos, viaggio sulle strade del Messico attraverso gli occhi di due camionisti. Un film che racconta un mondo marginale e intimo, lontano dagli stereotipi, e che amplia lo sguardo sul paese latinoamericano.
Sepideh Farsi: “Fatma è diventata i miei occhi a Gaza” (Evento/Omaggio)
Non sono mancati i momenti di commozione. Sepideh Farsi ha ricordato la fotografa palestinese Fatma Hassona, uccisa a Gaza lo scorso aprile. Un omaggio che ha trasformato la Casa degli Autori in un luogo di memoria e testimonianza, dove cinema e realtà si sono incontrati in un abbraccio silenzioso.
La 82ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia si chiude così tra standing ovation e silenzi carichi di significato. Dai fantasmi del folk americano alle visioni distopiche di Parigi, dalle radici queer balcaniche alla resistenza di Gaza, il festival ha dimostrato ancora una volta che il cinema non si limita a raccontare storie: le attraversa, le riporta alla luce e le proietta verso il futuro.