Cosa si può ancora raccontare sul mito degli eroi greci che non sia già stato detto, visto o interpretato? Incredibile dictu, ancora molto, perchè il mito resta sempre attuale. Ma soprattutto si può, se ci si chiama Giovanna Cordova, riscrivere una delle pagine più tragiche dell’epopea di quegli uomini e rivestirle di contemporaneo, di bianco e nero, di pianto e di grazia, di musica e di immagini, in un caleidoscopio di citazioni e straordinaria, profonda, emotività.
Lo spettacolo “Achille e gli altri. Rapsodia d’eroi”, andato in scena in prima nazionale al Teatro Mario Del Monaco di Treviso, nell’ambito del festival di teatro classico “Mythos”, giunto alla quarta edizione sul tema “Hèroes. Uomini e dèi” in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, ci ha raccontato, una volta di più, come la storia non solo non è stata magistra vitae, ma continua a perpetuarsi in un orrore senza fine. Così quel momento finale in cui il corpo di Ettore è trascinato attorno alle mura di Troia da un tronfio Achille, ci ricorda il macabro e vendicativo show della restituzione di corpi e ostaggi tra Hamas ed Israele, solo qualche settimana fa.
In scena si mescolano i linguaggi, il palcoscenico diventa (anche) un set cinematografico, dove un operatore scandaglia la narrazione mitologica attraverso immagini sparate in carne viva su uno schermo che esalta parole e danze, trasformando il teatro classico in un luogo di sperimentazione visiva ed emotiva. La narrazione si compie per capitoli, citando ancora una volta il cinema che da Kill Bill ne ha fatto un suo emblema rituale. Ma qui ogni spettatore potrà vedere altri richiami, da Bunuel a Man Ray, lo spazio immaginario è infinito. E dove manca il fiato per dire, o la musica, o il silenzio c’è Caterina Simonelli (attrice, regista e drammaturga diplomata alla Scuola del Piccolo di Milano diretta da Luca Ronconi), un’anima antica che rincorre la saggezza in sala regia o lungo i corridoi di un teatro che diventa la dorsale sulla quale trovare le giuste inclinazioni per non cadere, per non morire, forse solo per imparare a sperare. Un bianco e nero acceccante il suo, che si impianta come una voce dalla quale non prendere mai cogedo.
Il testo parte dal mito dell’eroe classico, esplorando luci e ombre di Achille ed Ettore nel loro confronto finale (Iliade XXII), che qui diventano gli stereotipi delle figure di tutti gli eroi, facenti parte dell’aristocratico ed esclusivo mondo dei guerrieri Omerici che finisce con loro. Nel futuro nuovi eroi saranno santi e martiri, che nulla hanno a che fare con l’eroe del mito e con quella che l’eroe classico definiva la “bella morte”, dove la fine diventa rito. L’unico antidoto alla caducità umana, occasione superlativa in cui, in una sorta di “rovesciamento paradossale”, la morte non è più ciò che dissolve la persona, ma la formidabile macchina dell’immortalità che porta all’affermazione delle virtù eroiche, ubique et semper. Un racconto di amore e morte, di sfide e duelli. Un racconto di guerra, quella della presa di Troia, ma anche di tutte le guerre che seguiranno, perpetuando la stessa prassi e trasformando la fine del racconto in un rito collettivo nel quale ognuno di noi può riconoscersi.
La complessa macchina narrativa è magistralmente supportata dalla colonna sonora originale, stre-pi-to-sa, composta ed eseguita dal vivo dal M°Attilio Pisarri con l’ensemble di sette elementi composto dallo stesso Pisarri, che si fonde come una seconda pelle sui tredici quadri proposti dai giovani attori di Tema Academy.
Un elemento scenografico centrale che, con le coreografie di Silvia Bennett, prenderà vita nel movimento degli attori in scena sarà la scultura vitrea “Il sasso dell’anima” dell’artista giapponese Ritsue Mishima, dando corpo ad un inedito incontro tra arte e mito. Si farà simbolo dell’anima di quegli eroi “cangianti” come il vetro, evocandone fragilità e potenza.
Con questo primo titolo, “Mythos” diventa un centro di produzione dedicato alla drammaturgia contemporanea, esperimento che sarà riproposto nelle edizioni successive. Dopo il debutto a Treviso, “Achille e gli altri. Rapsodia di eroi”, verrà replicato al Teatro Careni di Pieve di Soligo (3 aprile), al Teatro delle Maddalene di Padova (9 aprile) e al Museo Gypsoteca Antonio Canova di Possagno (27 giugno). Il circuito delle tre sale segna un’altra innovazione dell’edizione 2025 del festival “Mythos”: l’avvio della creazione di una rete territoriale a livello regionale, grazie al lavoro condiviso con il Teatro Stabile del Veneto. A rendere possibile l’intero progetto di Tema Cultura è un gruppo di partner prestigiosi, tra cui Regione Veneto, Provincia e Comune di Treviso, il gruppo Classici Contro Università Ca’ Foscari – Dipartimento studi umanistici di Venezia, l’associazione musicale “Francesco Manzato” e altre istituzioni, con la fondamentale presenza di Banca Prealpi SanBiagio.
cast artistico Caterina Simonelli, Compagnia Tema Academy
Le 3 Moire: Miriam Bisiol, Benedetta Casadoro, Ludovico Lando
Ada Okuroglu, Allegra Santini, Carlo Paternostro, Elisabetta Trezza, Leonardo Sartore, Costanza Pezzato, Sebastiano Maselli, Adele Soligo, Sofia Benetta, Matteo Rossetto (Priamo), Caterina Baccichetto (Ecuba), Linda Atzori (La Morte Di Patroclo), Leo Coppetta (Achille), Marco Meloncello (Ettore)