Paola Minaccioni torna a teatro con una prova d’attrice straordinaria, vestendo i panni di un’antieroina dimenticata del Novecento: Elena Di Porto, la “matta” del Ghetto di Roma. Un personaggio autentico, una storia di ribellione, femminismo e coraggio, che attraversa la storia dell’Italia fascista tra oppressione e resistenza.
Poverissima, indomita, considerata folle dal regime, ma in realtà una donna che non poteva e non voleva restare in silenzio di fronte alle ingiustizie. Nata nel 1912 nel cuore del Ghetto ebraico di Roma, Elena era una figura scomoda per il fascismo: antifascista convinta, indipendente, passionale, incapace di trattenere la sua rabbia di fronte alle angherie. E per questo pagò un prezzo altissimo. Rinchiusa più volte nel manicomio di Santa Maria della Pietà, perseguitata, deportata, la sua storia è quella di una donna che non si piega, un’eco lontana ma sempre attuale di tante donne che oggi, nei regimi, vengono ancora ridotte al silenzio con l’accusa di pazzia.
Lo spettacolo, Elena la matta, tratto dal libro di Gaetano Petraglia e ispirato anche alle testimonianze di Settimia Spizzichino, unica sopravvissuta al rastrellamento del Ghetto, e dello storico David Kertzer, porta in scena un’epoca dura e spietata, ma lo fa con una narrazione intensa, coinvolgente, ironica. Minaccioni interpreta Elena con tutta la sua potenza espressiva, restituendo al pubblico una figura femminile fuori dagli schemi, forte, dolente, ma mai domata.
Il regista Giancarlo Nicoletti spiega:“Teatro di narrazione, monologo d’autore, rievocazione storica e una performance attoriale magistrale: questi gli ingredienti di uno spettacolo che ha l’urgenza di essere raccontato. Perché la memoria storica non è solo un dovere, ma anche una bussola per comprendere il presente.” Non un semplice monologo, ma un viaggio emozionante tra storia, resistenza e libertà.
Dal 5 al 16 febbraio 2025, Sala Umberto