Il 1 e 2 febbraio 2025 andrà in scena al Teatro Parioli Costanzo Una Come Me, una commedia brillante e intrigante scritta da Mauro Graiani, con la regia di Francesco Branchetti. Lo spettacolo vede sul palco Matilde Brandi, Salvo Buccafusca e Andrea Zanacchi, in una storia che esplora il tema della personalità, delle scelte e delle contraddizioni interiori.
Maria è un’elegante cinquantenne, felicemente sposata con Pier. Detesta il colore rosso, porta sempre i capelli raccolti ed è vegana convinta. Dall’altra parte, Sole, anch’essa cinquantenne, è innamorata di Angelo e sta per sposarlo. Tuttavia, nel momento in cui deve completare le pubblicazioni di matrimonio, scopre di essere già sposata. Il marito? Pier.
La spiegazione di questo incredibile enigma risiede in un disturbo della personalità di cui soffre la protagonista: Maria e Sole sono, in realtà, la stessa persona. Maria Sole convive con una forma acuta di schizofrenia che scinde la sua mente in due identità distinte e inconsapevoli l’una dell’altra. Quando il livello di emotività raggiunge una soglia insopportabile, Maria sviene e si risveglia come Sole, e viceversa. Questa condizione le ha permesso di vivere due vite completamente separate, una a Roma e l’altra a Milano, senza che i due mondi si incontrassero mai. Almeno fino ad ora.
Il punto di rottura arriva quando Sole scopre la verità nel momento meno opportuno. L’evento le provoca una crisi che la porta a risvegliarsi nel corpo di Maria, ignara di tutto. Da qui nasce il dilemma più grande: Maria Sole deve scegliere chi essere davvero. L’unico modo per risolvere il conflitto è assumere una pillola che cancellerà per sempre una delle due personalità. Se la ingerisce Maria, Sole sparirà insieme al suo amore per Angelo; se la prende Sole, Maria non esisterà più, lasciando Pier senza sua moglie. Una scelta impossibile, che mette in discussione la natura stessa dell’identità.
Una Come Me è una commedia che, pur mantenendo una vena leggera, affronta tematiche profonde e universali. La patologia della protagonista diventa metafora delle contraddizioni che abitano in ognuno di noi, delle diverse versioni di noi stessi che emergono in contesti differenti. La mente umana, tiranna e arbitra delle nostre scelte, spesso ci allontana da chi vorremmo essere davvero.
Ma lo spettacolo parla anche dell’identità che cambia in base ai sentimenti, dei desideri che ci spingono in direzioni opposte e delle decisioni difficili che siamo chiamati a prendere. La scenografia, studiata per enfatizzare la doppia vita della protagonista, rappresenta un interno domestico diviso a metà: da un lato la casa di Maria, dall’altro quella di Sole, differenziate nei colori e nello stile ma, in fondo, parte dello stesso appartamento, esattamente come Maria Sole. Nel secondo atto, lo scenario si trasforma nel ristorante in cui i tre protagonisti affrontano il confronto decisivo.