Non accade spesso che un festival cinematografico riesca a intrecciare in maniera così armoniosa la memoria di un territorio, la celebrazione dei suoi maestri e l’energia del nuovo cinema italiano. Luoghi dell’Anima – Italian Film Festival, giunto alla sua quinta edizione, è stato presentato a Rimini, al Cinema Fulgor. Al via con una serata speciale dedicata ad Andrea Purgatori, giornalista e autore che ha saputo esplorare, come pochi, le ombre e le luci dell’anima umana.
Nato da un’idea di Andrea Guerra, con la direzione artistica di Steve Della Casa e Paola Poli, il festival è un viaggio tra Rimini, Santarcangelo di Romagna e Pennabilli, luoghi che rappresentano la culla della poetica di Tonino Guerra. Qui, la magia del grande schermo incontra il respiro della poesia e della letteratura.
La conferenza stampa, ospitata nella sede del Comune di Rimini, ha tracciato i contorni di un programma che mescola audacia e tradizione. Si va dal concorso dedicato alle opere prime e seconde, che esplora il talento emergente, a una sezione sui cortometraggi in concorso, fino a incontri con autori già consacrati che portano in dote i loro lavori e le loro storie. Tra questi, spiccano nomi come Marco Tullio Giordana, premiato per la regia di La vita accanto, e Francesca Comencini, che si è distinta per la sceneggiatura de Il tempo che ci vuole. Non mancano poi le riflessioni sui legami tra cinema e territorio, come testimoniato dal Premio Speciale Emilia Romagna, a cura della Film Commission.
Eppure, Luoghi dell’Anima è una dichiarazione d’amore verso il “vivere lento” e il cinema come atto di resistenza emotiva e culturale. Lo si percepisce nei film in concorso, come Dall’alto di una fredda torre di Francesco Frangipane o Nottefonda di Giuseppe Miale Di Mauro, ma anche nei luoghi scelti per le proiezioni, che diventano essi stessi protagonisti. A Pennabilli, il Museo Tonino Guerra ospita i cortometraggi e il Short Film on Tour, trasformando ogni proiezione in un’esperienza immersiva che restituisce al pubblico il senso profondo di “luogo dell’anima”.
Come ha sottolineato il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, il festival rappresenta “una santa alleanza” tra arte e comunità, tra memoria e innovazione. E questa edizione ne è una testimonianza concreta: dall’omaggio alla tradizione di Guerra e Fellini al coraggio di esplorare nuove voci e linguaggi.
C’è qualcosa di profondamente umano in questo festival: la capacità di celebrare il passato senza nostalgia, ma con gratitudine, e di guardare al futuro con curiosità. Non c’è ostentazione, ma una bellezza autentica che si nutre della semplicità e della poesia dei luoghi. Così, il cinema si fa specchio di un’anima collettiva, un invito a fermarsi, a osservare e ad ascoltare. In fondo, è questo il dono che Luoghi dell’Anima porta con sé: la possibilità di ritrovarsi, come spettatori e come persone, tra le pieghe di una storia universale eppure profondamente nostra.