“Non è stato un sì immediato,” confessa il regista. “Ci ho messo otto giorni prima di iniziare a leggere il progetto. e qualcosa ha fatto clic. Ho capito che questa non era solo una storia: era una chiamata, una riflessione sulla leadership, sulla resilienza e sulla capacità di superare le avversità”.
Il film, prequel del classico Disney che ha segnato l’infanzia di generazioni, arriva il 19 dicembre nelle sale italiane e il giorno successibo negli Stati Uniti. La narrazione si sviluppa attraverso i racconti di Rafiki alla giovane Kiara, figlia di Simba e Nala, e segue le peripezie di un giovane Mufasa che, dopo un’inondazione devastante, viene separato dal suo branco e finisce nel regno di Obasa, un leone aristocratico e crudele che lo tratta come un emarginato senza patria.
In un contesto ostile, Mufasa stringe un legame con Taka, figlio di Obasa, che lo considera il fratello che non ha mai avuto. “Mufasa e Taka (futuro Scar) incarnano due risposte opposte alla vita: uno costruisce, l’altro distrugge. È una dialettica eterna, che parla del potere delle decisioni.”Mufasa e Taka incarnano due visioni contrastanti: uno trova forza nell’amore e nel sacrificio, l’altro si lascia divorare dalla gelosia e dall’orgoglio.
Per Jenkins, Mufasa è molto più di una semplice fiaba: “La storia non parla solo dell’ascesa di un re, ma di come le relazioni e i legami possano plasmare chi siamo. Anche i momenti più piccoli possono lasciare un segno profondo e aiutare a scoprire il nostro vero potenziale.” Il regista vede in questa epopea un’estensione naturale del suo lavoro in Moonlight, ragazzo nero buono e sensibile che lotta contro tutti per vivere la propria identità ed esprimere il proprio amore.
Il film combina live action e animazione digitale, ” leoni veri sono stati resi umani”. “Questo non è un film creato dalla tecnologia,” afferma Jenkins, “ma la volontà di raccontare una storia universale, nata dal cuore e dall’ingegno umano.E per scollare il protagonista dal contesto che fa di tutto per discriminarlo, c’è anche la musica di Lin-Manuel Miranda.
La struttura narrativa di Mufasa richiama flashback, incontri fortuiti e momenti di profonda introspezione. Come il piccolo Chiron trova rifugio in Teresa, la compagna dello spacciatore che lo accoglie, Mufasa trova una guida nei suoi improbabili compagni d’avventura, tra cui Timon e Pumbaa, che offrono non solo comicità ma anche saggezza. mentre la colonna sonora di punta a evocare emozioni universali senza cadere nella trappola della nostalgia facile.
Jenkins eleva l’iconografia della savana a un racconto di rinascita e identità, utilizzandola come specchio potente delle sfide e delle vittorie del protagonista. Spiega il regista: “Il Re Leone è sempre stato un simbolo di crescita. La natura stessa diventa un personaggio, uno specchio delle lotte e delle vittorie di Mufasa“.“I bambini oggi vivono in un mondo diverso da quello in cui sono cresciuto io,” afferma, “e voglio che questo film li aiuti a vedere la bellezza nella diversità, a trovare forza nella propria identità e resilienza davanti alle avversità”.